Sindacato OCST, serve una politica d’impiego strutturata
Presentata un'analisi sullo stato del mondo del lavoro in Ticino
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Sindacato OCST, serve una politica d’impiego strutturata
Dopo la denuncia di abusi su un cantiere, riferita nella giornata di martedì, il sindacato OCST torna alla carica rendendo noto un rapporto che denuncia il degrado che sta contagiando il mercato del lavoro. Il documento mostra gli effetti negativi della libera circolazione delle persone sul mercato del lavoro. A dare maggiore enfasi a questa tesi la disdetta odierna del Contratto Collettivo di Lavoro da parte dei parchettisti.
Sono diversi gli ambiti in cui si riscontrano gli effetti negativi della libera circolazione delle persone. Da un lato nella contrazione dei livelli salariali, tra il 2008 e il 2012 il salario mediano ticinese infatti ha perso terreno rispetto a quello svizzero passando dal -14,7% al -16,8%.
Dall’altro si nota una crescita sbilanciata dell’occupazione. Tra il 2002 e il 2014 il numero di lavoratori è aumentato di 43.000 unità passando da 188.000 a 231.000. Un incremento dovuto prevalentemente all’assunzione di frontalieri. Questo fenomeno non ha permesso un eguale assorbimento della disoccupazione a livello locale. Si è inoltre verificato un afflusso massiccio di lavoratori interinali provenienti da oltre confine e l’insediamento di sempre più aziende estere sul territorio.
L’OCST ritiene che le cause dei solchi profondi nel tessuto economico cantonale non siano da attribuire totalmente alla libera circolazione, piuttosto sono da ricercare in una protezione legislativa superata e in una mancata generalizzazione dei contratti collettivi di lavoro.
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