In Ticino si vota l'iniziativa "Prima i nostri" che vuole introdurre il principio della "preferenza indigena". Governo e Parlamento hanno presentato un controprogetto
Il mercato del lavoro in Ticino è decisamente sotto pressione. E questo per la presenza di manodopera estera pronta a lavorare in Ticino per un salario inferiore. Questa situazione, tipica delle zone di frontiera, causerebbe la perdita di posti di lavoro a molti ticinesi. Partendo da questa tesi, l’Unione democratica di centro, il partito con la maggioranza relativa in Svizzera, ha lanciato l’iniziativa popolare “Prima i nostri” con la quale si vuole introdurre il principio della cosiddetta “preferenza indigena”, ovvero a parità di competenze professionali la preferenza va data a un residente in Ticino (anche stranieri ma domiciliati in Ticino).
Il parere di Governo e parlamento ticinese
Governo e parlamento cantonale invitano la popolazione a respingere l’oggetto in votazione. Innanzi tutto perché, come si può leggere nel libricino inviato con il materiale di voto, si tratterebbe di una “proposta declamatoria dalla scarsa portata pratica”. Inoltre l’iniziativa non considera gli sviluppi in atto a livello federale: entro il 9 febbraio 2017 la Confederazione deve mettere in atto quanto chiesto dal popolo svizzero il 9 febbraio 2014 che accettò l’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa.
Controprogetto
Gli obiettivi dell’iniziativa però sono condivisi un po’ da tutti. Partiti storici e maggioranza del Parlamento hanno ammesso che la grande presenza di lavoratori stranieri in Ticino sta mettendo sotto pressione il mercato del lavoro cantonale. Per questo motivo hanno presentato un “controprogetto” all’iniziativa. L’obiettivo resta lo stesso: contenere il numero di lavoratori stranieri. Ma con maggior attenzione al diritto federale e internazionale.
Il popolo ticinese dunque avrà tre opzioni. Bocciare l’iniziativa, accettarla, oppure scegliere la via di mezzo optando per il controprogetto.
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