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Tassare le automobili dei frontalieri che entrano in Svizzera? Il Governo dice no

fila di auto
Scene di ordinaria quotidianità al valico di Chiasso-Brogeda: una lunga fila di auto che entra in Svizzera. Keystone

Il Consiglio federale è contrario a una mozione del deputato leghista Lorenzo Quadri che chiedeva di introdurre una tassa d'entrata per i veicoli a motore dei frontalieri e delle frontaliere.

A otto anni di distanza da un intervento parlamentare analogoCollegamento esterno dell’esponente della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri, la posizione del Governo svizzero non cambia: di introdurre una tassa da applicare alle automobili dei quasi 400’000 lavoratrici e lavoratori frontalieri che ogni giorno entrano nella Confederazione non se ne parla.

L’esecutivo ha infatti proposto di respingere la mozioneCollegamento esterno del deputato ticinese che chiede l’introduzione di un simile balzello.

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Nella sua mozione, Lorenzo Quadri sottolinea in particolare i costi sociali, economici, ambientali e infrastrutturali generati dal fenomeno del frontalierato, in particolare in Ticino.

“Il traffico veicolare generato dalle automobili dei frontalieri continua ad aumentare – scrive il deputato ticinese. Ciò vale per il Ticino, ma anche per le altre regioni di frontiera”.

Nove auto su 10 con un solo occupante

Menzionando l’ultimo rapporto sulla mobilità transfrontalieraCollegamento esterno elaborato dalle autorità ticinesi nel 2021, Quadri rileva inoltre che l’87% dei frontalieri e delle frontaliere che entrano in Ticino in automobile viaggiano da soli e che il tasso di occupazione non migliora con il passare degli anni.

I dati sul rilevamento 2021 del traffico ai valichi di confine mostrano invero una leggera diminuzione (del 5%) dei veicoli in entrata nel territorio cantonale in determinate fasce orarie rispetto alle misurazioni precedenti del 2018. Complessivamente il giorno in cui è stato effettuato il rilevamento sono stati conteggiati 65’319 veicoli in entrata, l’80% dei quali immatricolati in Italia. Per le auto con targa italiana, il tasso di occupazione medio era di 1,15 persone.

Dal 2021 ad oggi, però, il numero di frontaliere e frontalieri italiani che lavorano in Ticino è cresciuto di oltre 7’000 unità, attestandosi a 78’651 persone alla fine del secondo trimestre del 2024. Basta transitare nelle ore di punta – e non solo – lungo alcuni assi stradali del Cantone per rendersi conto di quanto la situazione sul fronte del traffico sia complicata.

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Nella sua risposta a Lorenzo Quadri, il Consiglio federale si dice “consapevole dell’aumento dei frontalieri in Ticino e delle grandi sfide che ne derivano per il Cantone”.

Le leggi parlano chiaro, secondo il Governo

Tuttavia, introdurre una tassa sulle automobili dei lavoratori frontalieri è impossibile per tutta una serie di ragioni legali, sostiene il Governo.

A suo dire, la convenzione del 30 marzo 1931 sul regime fiscale degli autoveicoli esteriCollegamento esterno impedisce la tassazione dei veicoli registrati in Italia quando entrano in Svizzera.

Replicando a Quadri, il quale sostiene che l’articolo 105Collegamento esterno Legge federale sulla circolazione stradale riserva alla Confederazione la competenza di porre in vigore una tassa d’entrata, il Consiglio federale evidenzia inoltre che quanto disposto nella norma risale a un’epoca in cui l’assicurazione di responsabilità civile sui veicoli a motore non era obbligatoria in tutta Europa. Pertanto eventuali imposte erano volte a coprire i costi assicurativi, problema che al giorno d’oggi non si pone più, essendo tale copertura perfettamente disciplinata a livello internazionale.

L’esecutivo giustifica il suo no con altre due argomentazioni. Da un lato, si verrebbe a creare una contraddizione con la Convenzione di IstanbulCollegamento esterno, la quale autorizza l’utilizzo temporaneo di veicoli in totale esenzione di dazi e tasse nonché divieti o restrizioni di carattere economico all’importazione. Dall’altro, adottando una mozioneCollegamento esterno del senatore grigionese Martin Schmid, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di adeguare la normativa doganale in modo da consentire ai frontalieri di entrare in Svizzera per scopi professionali con mezzi privati registrati e sdoganati all’estero.

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