Il popolo svizzero e ticinese hanno votato in favore di due iniziative della destra (UDC) che intendono porre un limite all’ingresso di stranieri e, in particolare a sud delle Alpi, dei frontalieri, ma la strada per concretizzare le due proposte si presenta assai tortuosa. In Ticino i partiti stanno litigando su come procedere con l’iniziativa “prima i nostri”.
Le formazioni di centro propendono per la creazione di una commissione speciale in Gran Consiglio a guida UDC ma Lega e democentristi vogliono istituire un tavolo tecnico. In mattinata nella commissione parlamentare della gestione si è consumata la rottura e il previsto incontro coordinato dal presidente del parlamento di martedì prossimo è saltato. La palla passa ora al plenum del Gran Consiglio che il 7 novembre dovrebbe indicare la rotta da seguire.
E mentre in Ticino si litiga una delegazione del governo cantonale è stata ricevuta dalla commissione istituzioni politiche della Camera alta, che si sta occupando dell’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.
In Ticino, è stato fatto presente a Palazzo federale, si vorrebbe inasprire il testo votato dal Consiglio nazionale, ritenuto troppo blando e inefficace per arginare la concorrenza della manodopera estera sul mercato del lavoro elvetico.
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