Ticino e alta moda, un matrimonio di interesse fiscale
Le grandi firme della moda scelgono il Ticino: negli ultimi vent’anni hanno sostituito le banche diventando il primo contribuente del Cantone. I chiaroscuri di un settore in cui i margini di guadagno sono enormi.
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Dietro le quinte del lusso
L’impatto sull’economia ticinese delle grandi firme della moda è notevole; negli ultimi 20 anni hanno scavalcato le banche e sono diventate il primo contribuente fiscale del Cantone. Il settimanale di approfondimento di RSI, Falò, si è chiesto perché queste aziende scelgono di stabilirsi nella Svizzera italiana. Le risposte sono diverse, ma c’è un denominatore comune; in Ticino non producono quasi nulla e godono di tassazioni molto vantaggiose.
I loro margini di profitto sono enormi, si parla di centinaia di milioni di euro. In che modo realizzano questi utili? L’inchiesta di Anna Bernasconi tra l’Europa e la Fashion Valley Ticino mostra che, dietro le quinte del lusso, si usa ogni astuzia per maggiorare il profitto; dalle scappatoie fiscali al sistema dei terzisti, cioè la produzione delegata ai cinesi d’Italia che lavorano in condizioni inaccettabili.
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Alta moda: “il profitto prima della dignità delle persone”
Ma perché le società di alta moda scelgono il Ticino? Non solo strutture e sicurezza. Dietro alle sedi svizzere c’è un intricato sistema finanziario ch consente un’ottimizzazione fisale ai limiti dell’elusione.
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La Fiscality Valley
In tutto questo, va precisato, non c0è assolutamente nulla di illegale. Si tratta di ottimizzazioni rese possibili dalle legislazioni nazionali dei vari stati, che generano, In Ticino, introiti fiscali importantissimi, come spiegato in studio dal Direttore del Dipartimento Finanze ticinese, il consigliere di stato Christian Vitta.
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Gli interessi fiscali del Ticino
Ora l’Europa si è però svegliata, e il futuro della “gallina dalle uova d’oro” è a rischio. All’orizzonte, in febbraio, la votazione sulla riforma delle imprese, che potrebbe portare -come richiesto dall’U.E., la pressione fiscale sulle ditte estere agli stessi livelli di quella per le svizzere. Il che non manca ovviamente di suscitare timori sul futuro della “Fashion Valley” ticinese, specie dopo il recente abbandono di Mendrisio da parte di Armani.
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Il futuro della Fashion Valley ticinese
Il rischio di un ridimensionamento dell’impatto fiscale del settore della moda in Ticino quindi esiste, ed è considerato dalla politica, continuamente alle prese con quello che è ormai a sua volta diventato un mercato. Il mercato fiscale.
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Riforma delle imprese e timori per il futuro
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