La proposta promossa dal governo ticinese era osteggiata dalle organizzazioni economiche. Leghisti e sinistra hanno votato assieme.
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I ticinesi non hanno sconfessato governo e parlamento cantonali, che volevano la tassa di collegamento, prevista dalla modifica della Legge sui trasporti pubblici. Il testo è infatti stato accolto, seppur di strettissima misura dal 50,7% dei votanti.
La modifica ha reso operativa, a carico dei generatori di importanti correnti di traffico, la tassa sui parcheggi a parziale copertura dei costi dei trasporti pubblici (la tassa interesserà direttamente i circa 200 proprietari di aree con più di 50 stalli). Questi posteggi sono presenti nei 67 comuni del cantone maggiormente toccati dai problemi di congestione del traffico stradale.
Su questo oggetto si è aperta una forte contesa tra i partiti. Da una parte alcuni hanno interpretato la proposta, avanzata da un consigliere di Stato leghista, come una misura che andava contro i frontalieri, responsabili in certe ore della giornata dei congestionamenti di traffico sugli assi meridionali del cantone.
Dall’altro alcuni partiti che pure avevano sostenuto la proposta in Gran Consiglio come il PLR, dopo la massiccia adesione dei firmatari del referendum e il blocco compatto delle organizzazioni economiche, si sono sfilati e hanno reso incerto l’esito finale del voto.
Decisivo è stato il voto delle città, che ha ribaltato i risultati parziali dello scrutinio e ha visto convergere i voti degli elettori leghisti con quelli del fronte rosso-verde.
Oggi comunque la tassa di collegamento è divenuta realtà e probabilmente contribuirà a porre un freno alla motorizzazione del Ticino.
Stop ai privati nel settore sanitario cantonale
Nel cantone italofono si è votato anche sull’ente ospedaliero ticinese (EOC) e le urne hanno bocciato, con il 54,6 per cento dei voti contrari, la modifica della legge avanzata dal governo che, attraverso la costituzione di società anonime, intendeva favorire l’integrazione di operatori privati nel sistema sanitario. Contro quello che è stato ritenuto un attacco agli ospedali cantonali, sinistra e sindacati hanno lanciato il referendum che oggi ha ottenuto l’avallo dei ticinesi.
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