Il problema del traffico pendolare e transfrontaliero si risolve intervenendo su interi comparti e non solo incentivando singole aziende. Il Dipartimento del Territorio del Canton Ticino affina la sua strategia anti-code, mentre ai valichi ticinesi è ripreso il monitoraggio dei passaggi.
Al valico di Ponte Tresa [cfr. video], con la collaborazione delle guardie di confine, 10 persone ben visibili intervistano gli automobilisti in entrata in Ticino. Il loro compito è raccogliere informazioni, dal numero di occupanti alla destinazione.
Dallo scorso marzo, il Cantone aiuta finanziariamente le singole aziende che fanno richiesta di consulenza o sostegno per modificare i loro piani di mobilità. Un problema che riguarda le imprese a prescindere dalla quota di lavoratori frontalieri: a recarsi al lavoro ognuno con la propria auto sono anche pendolari residenti.
Parallelamente ai singoli contributi, il Dipartimento del Territorio spera di imboccare una nuova strada, ritenuta più efficace, per risolvere il problema del traffico.
“Abbiamo bisogno che le aziende si mettano insieme, come parte dello stesso territorio, e diano una risposta alla mobilità”, spiega Federica Corso Talento, capo Ufficio pianificazione e tecnica del traffico. “Stiamo quindi lavorando per comparti aziendali. Il car pooling è più facilmente realizzabile con un bacino di diecimila persone, piuttosto che di quaranta”.
Intanto i sondaggi proseguiranno per altri 5 giorni, così da coprire l’insieme dei valichi.
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