Togliere l’autostrada da Chiasso? L’idea piace anche nel Comasco
In agenda incontri transfrontalieri sul progetto di nuovo tunnel autostradale sotto il Penz che esce direttamente a Monte Olimpino.
Era un’idea nata quasi per scherzo ma sta attirando crescenti consensi, anche al di là della frontiera. Spostare l’autostrada – che sfregia, tagliandola in due la cittadina di confine di Chiasso – sotto la collina del Penz bypassando il reticolo di gallerie e viadotti dalle traiettorie azzardate sul versante italiano, dove peraltro l’infrastruttura non pare più in linea con l’attuale flusso del traffico veicolare internazionale.
Laghi e parchi al centro di un agglomerato di 1,6 milioni di abitanti
L’idea è partita dall’architetta Elena FontanaCollegamento esterno che in un Master in pianificazione territoriale al Politecnico di Zurigo ha ridisegnato il comparto secondo criteri di sostenibilità urbanistica, sociale e ambientale (le immagini e la sintesi della propostaCollegamento esterno). Il progetto, che prevede due parchi al posto delle due dogane cittadine (collocate ai due lati del tunnel), un laghetto a Monte Olimpino in Italia e la rinaturazione del fiume Breggia, è già stato informalmente presentato l’anno scorso all’Ufficio federale delle strade a Berna, alle autorità cantonali ticinesi e alla Direzione generale dei trasporti a Roma.
In questa fase molto preliminare i costi sono stimati in duecento milioni di franchi per la realizzazione della galleria di 4 chilometri sotto la collina del Penz e almeno altrettanti per lo smantellamento dell’infrastruttura autostradale esistente per un totale oscillante tra i 400 e 500 milioni di franchi.
Il problema della sicurezza delle strade e del traffico veicolare riguarda l’intera regione insubrica, ai due lati della frontiera, ha spiegato Elena Fontana ed è su questo piano che occorre intervenire per creare una cerniera verde sul confine a beneficio di tutti. Inoltre, Chiasso si colloca al centro di un agglomerato di 1,6 milioni di persone nel raggio di 25 chilometri che ha un’intensa mobilità interna, se si considerano anche gli oltre 70’000 lavoratori transfrontalieri che quotidianamente si spostano verso i principali centri ticinesi.
I contenuti della proposta
Nel dettaglio il progetto prevede dogana svizzera e uscita verso Chiasso nell’area industriale di Novazzano e Balerna, sul Pian Faloppia. Sul versante italiano l’uscita è prevista a Monte Olimpino, dove verrebbe mantenuta l’uscita autostradale, con conseguente smantellamento dell’altra uscita di Como Nord e dei viadotti e delle rampe di raccordo, che manifestano inequivocabili segni di usura e a breve dovranno essere risanati. Inoltre, si potrebbe procedere al recupero della collina residenziale di Sagnino, deturpata dall’attuale manufatto viario.
Nella vasta area del valico autostradale di Chiasso-Brogeda potrebbe sorgere un parco tecnologico e verrebbe ripristinato l’antico laghetto. Ma soprattutto, togliendo l’autostrada, Chiasso si riapproprierebbe del suo parco fluviale lungo la Breggia, il cui alveo potrebbe espandersi di nuovo creando zone di svago, piste ciclabili e aree balneari.
Di questa proposta si sono mostrati entusiasti fin da subito i comuni del Basso Mendrisiotto che hanno promosso uno studio di fattibilità. “Questo progetto ha riscosso un interesse notevole e qui a Chiasso è uno dei principali temi di discussione”, ha fatto sapere il sindaco della città di confine Bruno Arrigoni. E alcuni deputati cantonali popolari democratici (Ppd) hanno inoltrato una mozioneCollegamento esterno a sostegno del tunnel sotto il Penz.
Ma le adesioni, che finora erano circoscritte al Ticino, adesso arrivano anche dalle autorità lariane. Il sindaco di Como Mario Landriscina, che recentemente ha avuto diversi incontri con gli interlocutori svizzeri, ha espresso l’intenzione di muoversi in favore del progetto per “le ricadute positive, in termini di viabilità, che ne deriverebbero” anche da parte italiana. A inizio marzo, con il coordinamento della Regio Insubrica, è prevista una riunione tra tutti i principali attori transfrontalieri per valutare la migliore strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo.
Fa gola il Recovery Plan
Dal profilo finanziario – è cronaca di questi giorni – la chiave di volta è costituita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che Roma dovrà presentare entro aprile alla Commissione europea nel quadro dei finanziamenti erogati con il Recovery Plan, che il nuovo governo Draghi cercherà di portare a casa (per l’Italia si delineano crediti, a fondo perso o a interesse minimo, per 209 miliardi).
“L’occasione che abbiamo è di quelle importanti”, sottolinea il sindaco lariano Mario Landriscina e se anche l’orizzonte temporale si situa intorno al 2050, il treno passa ora e, come osserva il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, “bisogna prendere la palla al balzo”, altrimenti sarà troppo tardi.
Sul progetto di tunnel autostradale sotto il Penz il servizio del Quotidiano del 19.1.2020:
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