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Treni in ritardo soppressi, con l’Italia la Svizzera adotta misure alternative

Un Eurocity di Trenitalia alla stazione di Lucerna.
Un Eurocity di Trenitalia alla stazione di Lucerna. Keystone / Urs Flueeler

Un convoglio su dieci proveniente da Monaco o Friburgo viene bloccato alla frontiera per non turbare il traffico ferroviario in Svizzera. Con l’Italia i ritardi sono gestiti attraverso “riserve di tempo nell’orario”.

I ritardi cumulati dai treni provenienti dall’estero costituiscono un problema delicato per le Ferrovie federali svizzere (FFS).

Il traffico sui binari elvetici è particolarmente intenso, a causa anche del successo che riscontrano i mezzi di trasporto pubblici nella Confederazione: bastano pochi minuti di divergenza nei tempi di percorrenza dei convogli per creare perturbazioni pesanti sull’intera affollata rete.

Trattative con i vicini

La questione è particolarmente acuta a nord, in Germania, e in Italia, dove sono in corso importanti interventi sull’infrastruttura ferroviaria che si ripercuotono sulle abitudini della numerosa – 1,32 milioni di persone trasportate ogni giorno nel 2023 – ed esigente clientela confederata.

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In base alle informazioni in possesso del sindacato SEV, malgrado passi avanti ci siano stati, gli ambiti dove il personale FFS è ancora fortemente carente sono vari.

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Quando la carenza di personale ferma i treni

Questo contenuto è stato pubblicato al Sempre più di frequente, le ferrovie del centro Europa si trovano confrontate con la penuria di macchinisti. Una tale mancanza di personale causa – all’estero – soventi scioperi, e – in Svizzera – appelli ad assumere manodopera, ma a volte obbliga anche a sopprimere tratte.

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Per questo motivo negli ultimi anni i vertici dell’ex regia federale stanno conducendo trattative serrate con i loro vicini per circoscrivere i disservizi, in particolare con Germania, Austria e Italia visto che sulle connessioni con la Francia non si evidenziano problemi di questo tipo.

E da parte loro le FFS hanno adottato una serie di misure, diverse a seconda del contesto specifico, per ovviare a queste difficoltà. In concreto quelle adottate per gli Eurocity provenienti dalla Germania sono diverse rispetto a quelle implementate sul traffico meridionale.

Un treno tedesco soppresso su dieci

È di questi giorni la notizia, anticipata dal Tages Anzeiger, secondo la quale nel primo trimestre di quest’anno un treno tedesco su dieci giunto alla frontiera svizzera non è stato autorizzato, come concordato a suo tempo con Deutsche Bahn, a proseguire la corsa per evitare di compromettere gli equilibri sulla rete elvetica.

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Più nel dettaglio, da gennaio a marzo l’11% degli Intercity provenienti da Monaco e diretti a Zurigo, via San Gallo, sono stati bloccati al confine, a fronte del 2% soppresso l’anno precedente. Stesso discorso sul 12% (+2% in un anno) dei convogli che sono transitati sulla linea Friburgo-Basilea.

Questa evoluzione negativa è da addebitare soprattutto ai numerosi cantieri, con tratti a binario unico, che sono in corso nella regione del Lago di Costanza, sostengono le aziende di trasporto.

Differenze nei ritardi abissali

Ma sullo sfonda resta il divario tra i due servizi di trasporto nazionale, cui le Ferrovie elvetiche cercano di porre rimedio: nella Confederazione infatti, il 92,5% dei convogli viaggia in orario (vale a dire con un eventuale ritardo non superiore ai 3 minuti, secondo la definizione vigente) mentre in Germania solo il 64% dei treni giunge a destinazione nei tempi previsti. Un margine difficilmente tollerabile sulla rete svizzera.

Per questo motivo le FFS dal luglio del 2022 hanno adottato un margine piuttosto generoso di 10 minuti prima di intervenire sui treni alla frontiera provenienti da Monaco e di 15 minuti su quelli da Friburgo.

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affollata piattaforma tra due binari in una stazione svizzera fotografata dall'alto

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Record di viaggiatori sui treni svizzeri

Questo contenuto è stato pubblicato al Nel 2023 le FFS sono tornate nelle cifre nere: l’utile netto è stato di 267 milioni di franchi, contro una perdita di 245 milioni nel 2022.

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Oltre non è possibile, anche perché, ha più volte ribadito la compagnia svizzera, se un Eurocity subisce un ritardo non c’è la possibilità su queste linee di superare un treno più lento e quindi di recuperare il tempo perso. Con la conseguenza, spiacevole ma inevitabile, per le e gli utenti, di dover scendere allo scalo nei pressi della frontiera per poter proseguire il viaggio (su treno svizzero).

A sud si agisce sull’orario

Alla frontiera sud la strategia è diversa. Non che le ferrovie italiane siano risparmiate dal problema: l’indice ufficiale di puntualità di Trenitalia è infatti fermo all’80%.

Innanzitutto va detto che la linea internazionale del SempioneCollegamento esterno, che era quella che creava maggiori perturbazioni sul traffico transfrontaliero, è stata completamente chiusa per tutta l’estate per gli importanti lavori di ammodernamento, in particolare per la realizzazione dei profili delle gallerie di 4 metri per il traffico merci, tra Domodossola e Milano. La questione si riproporrà quindi in autunno. Su quella del Gottardo è stata scelta una tattica molto più pragmatica.

Con l’Italia, ci dice Patrick Walser, portavoce delle FFS, non è prevista una misura analoga a quella messa in atto nei confronti di Deutsche Bahn. “La maggior parte dei treni che giungono in Svizzera in ritardo dall’Italia circolano sull’asse del Gottardo e, grazie a una serie di riserve di tempo nell’orario, riescono a colmare il suddetto ritardo al più tardi entro l’arrivo ad Arth-Goldau, nel Canton Svitto”.

Scambi frequenti con l’Italia

In concreto, precisa Patrick Walser, le due gallerie di base, Ceneri e soprattutto Gottardo (quando verrà riaperta, ndr), consentono infatti ai treni di recuperare minuti preziosi in caso di tempi di percorrenza superiori al previsto. Non è certo una panacea ma comunque, anche in prospettiva, aggiunge il portavoce delle Ferrovie svizzere, “gli scambi con i partner italiani sono frequenti e regolari e l’obiettivo comune è e resta quello di migliorare il servizio transfrontaliero”.

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Anche perché, come avevano fatto presente a inizio anno le FFS ai loro interlocutori italiani, se il 90% dei 12 intercity che partono da Milano in direzione di Zurigo via Chiasso giungono a destinazione con ritardi non superiori ai 5 minuti, la percentuale scende sotto il 50% per i sei diretti a Basilea o Ginevra attraverso la linea del Sempione. E occorre quindi monitorare costantemente la situazione e intervenire con soluzioni pratiche e realistiche.

La buona notizia, giunta il mese scorso, riguarda la riapertura della galleria del San Gottardo il prossimo 2 settembre, che farà risparmiare circa un’ora di viaggio tra Milano e Zurigo.

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