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Una franchigia IVA più bassa dall’anno prossimo per frenare il turismo della spesa

guardia di confine controlla cofano di un'auto
Il turismo della spesa rappresenta un vero e proprio rompicapo per i Cantoni di confine. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Il Governo svizzero ha deciso che dal primo gennaio 2025 si potranno importare merci nella Confederazione senza pagare l’IVA fino a un valore complessivo di 150 franchi al giorno e per persona, a fronte dei 300 attuali. La misura è volta ad arginare il fenomeno del turismo degli acquisti.

Con la misura adottata mercoledì, il Consiglio federale adempie alle richieste formulate dal Parlamento e dai Cantoni di San Gallo e Turgovia, preoccupati per l’impatto sui commerci locali del fenomeno della spesa oltreconfine.

Attualmente una persona residente in Svizzera può importare merce dai Paesi limitrofi per un valore di 300 franchi senza dover pagare l’IVA elvetica. Dal primo gennaio prossimo, il limite sarà abbassato a 150 franchi.

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Il Consiglio federale ricorda che i privati possono dichiarare autonomamente all’importazione le loro merci con l’apposita app QuickZoll e pagare eventuali tributi direttamente. A tutte le merci dichiarate via QuickZoll è applicata l’aliquota IVA normale dell’8,1%. Per il momento, lo sdoganamento all’aliquota ridotta del 2,6% è possibile soltanto personalmente presso un valico di confine occupato o per scritto mediante cassetta delle dichiarazioni. Lo sdoganamento all’aliquota IVA ridotta mediante l’app QuickZoll è previsto presumibilmente a partire dal 2026.

Nove miliardi che vanno all’estero

L’obiettivo della misura è di rendere meno attraente il turismo degli acquisti. Secondo la Swiss Retail Federation, la federazione dei commerci al dettaglio, ogni anno gli svizzeri e le svizzere spendono circa 8,5 miliardi di franchi (9 miliardi di euro) negli Stati confinanti.

La decisione odierna – precisa il comunicatoCollegamento esterno – si basa sui risultati della procedura di consultazione, da cui è emerso che la maggioranza dei cantoni e dei rappresentanti dell’economia così come diversi partiti politici accolgono la riduzione proposta. In Parlamento, la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale aveva pure espresso parere favorevole alla diminuzione a 150 franchi, mentre quella del Consiglio degli Stati preferiva una limitazione a 100 franchi.

Quest’ultima soluzione è però stata scartata dal Governo poiché “un limite di franchigia secondo il valore inferiore aumenterebbe in modo sproporzionato l’onere per lo sdoganamento e il controllo sia per l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) sia per i viaggiatori”. Più il limite di franchigia secondo il valore è basso, maggiore è il numero di sdoganamenti.

Una misura che avrà gli effetti previsti?

Durante la consultazione, non tutti però si sono detti convinti dalla proposta. Ad esempio, il Partito socialista e la Fondazione svizzerotedesca per la protezione dei consumatori (SKS) hanno fatto notare che una riduzione della franchigia non farebbe altro che penalizzare i consumatori, giacché vi sono persone che dipendono dall’acquisto di alimenti all’estero a causa degli alti prezzi svizzeri

Anche un Cantone di frontiera come il Ticino, come avevamo menzionato in questo articolo, aveva espresso dubbi, malgrado i suoi commerci siano particolarmente toccati dal fenomeno del turismo della spesa. “In questo preciso momento storico segnato da un generale aumento dei costi non sistematicamente compensato da un pari rialzo dei redditi – si poteva leggere nella presa di posizione del Governo ticinese –, la riduzione della soglia in discussione rischia di causare un’ulteriore contrazione del potere d’acquisto dei cittadini”.

Molti inoltre dubitano che una simile misura porti a effetti concreti, in particolare a sud delle Alpi. Da un lato perché l’Italia dal primo febbraio 2024 ha ridotto da 154,94 a 70 euro la soglia per chiedere il rimborso dell’IVA sugli acquisti di beni effettuati nella Penisola, con l’obiettivo di incentivare la spesa dei turisti e delle turiste.

Inoltre, come faceva notare Ivan Campari, redattore responsabile della pubblicazione La Rivista della spesa dell’Associazione dei consumatori e delle consumatrici della Svizzera italiana (ACSI), è facile aggirare la misura: basta restare sotto i 150 franchi di spesa, aumentare il numero di viaggi all’estero (“con il conseguente aumento del traffico, l’ultima cosa di cui la nostra regione ha bisogno”) e farsi accompagnare da qualcuno o spostarsi in famiglia.

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