Varese, chiude la Casa del disco (e si chiude un’epoca)
Aperta da 50 anni, punto di riferimento per gli appassionati, non regge alla concorrenza digitale; il ritorno del vinile? "Mercato esiguo e specializzato"
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Varese, chiude la Casa del disco (e si chiude un’epoca)
Aperta da cinquant’anni, punto di riferimento per gli appassionati, non regge alla concorrenza digitale; e il ritorno del vinile? “Mercato esiguo e specializzato”
Mentre le griffe della moda fanno spazio a nuove collezioni, nel centro di Varese c’è un negozio che dopo i saldi non aprirà più. Chiude la Casa del disco, e con essa si chiude un’epoca.
Ad affollarla per l’ultima volta, sabato 16 gennaio, sarà un “in-store” del rapper torinese Shade. Sono stati proprio questi incontri con gli artisti (e la possibilità di farsi autografare il disco o scattare un selfie) a compensare almeno in parte, negli ultimi anni, il calo delle vendite di cd.
Da piazza del Podestà sono passati tra gli altri Nek, Pezzali, Mengoni, J. Ax e Fedez. In queste occasioni, rivela il titolare della Casa del disco Mauro Gritti, si vendono anche mille dischi in un giorno.
In altri tempi, però, sarebbero bastati i normali acquisti del sabato. Poi è arrivato Internet, dapprima “soltanto” una concorrenza sleale e illegale -le piattaforme di condivisione peer2peer– e più di recente con lo sviluppo del mercato musicale digitale, compresi i servizi streaming.
La Casa del disco, che in passato ha avuto anche una filiale a Como, è stata un punto di riferimento per appassionati e professionisti di tutta l’Insubria. Si rifornivano qui dj d’oltreconfine, e il negozio riceveva richieste dal resto della Lombardia e d’Italia, che evadeva per posta.
La stessa vendita per corrispondenza che oggi, mentre i negozi di dischi generalisti chiudono, permette ad alcuni giovani di cavalcare il ritorno del vinile.
Se lo facesse anche la Casa del disco? “Ci abbiamo pensato”, spiega Mauro Gritti, ma è un mercato troppo esiguo per mantenere l’attività.
Francesco Mormile, che un anno e mezzo fa ha aperto ‘Alta fedeltà’ a Como, conferma che non è con le stampe in vinile dei dischi in classifica, che un negozio come il suo ha successo, ma con la musica indipendente, le rarità da collezione, l’usato.
Già, l’usato. Perché non sono soltanto le generazioni cresciute col giradischi e i collezionisti, a comprare LP e 45 giri: per adolescenti e ragazzi è un modo di crearsi un bagaglio musicale spendendo poco.
Del resto, gli ultimi giorni de la Casa del disco sembrano dimostrare che se i cd costassero la metà, sarebbero ancora di largo consumo: “Abbiamo venduto migliaia e migliaia di pezzi, veramente tanti”.
Va a gonfie vele anche a prezzo pieno, invece, il servizio biglietteria. Sarà dunque mantenendo la prevendita per concerti e spettacoli che Mauro Gritti cercherà di ripartire, con una nuova, più piccola attività.
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