Via libera definitivo della Svizzera all’accordo sui frontalieri
Dopo anni di negoziati, discussioni e rinvii, il Parlamento elvetico ha dato il definitivo via libera all'accordo italo-svizzero sulla tassazione dei lavoratori frontalieri. Dopo il Consiglio degli Stati, l'intesa è infatti stata accolta martedì anche dal Consiglio Nazionale. Ora spetta all'Italia sottoscrivere l'accordo e secondo il consigliere federale Ueli Maurer ciò dovrebbe avvenire fra una quindicina di giorni.
Prima di passare al voto, il ministro delle finanze Ueli Maurer ha giudicato che l’accordo porti vantaggi evidenti ai cantoni interessati, in primis al Ticino, specie per la maggiori entrate fiscali e l’effetto antidumping dell’intesa dovuta alla maggiore imposizione dei frontalieri i quali non sarebbero più tassati in Svizzera alla fonte come adesso, ma in Italia, dove le aliquote sono più elevate. Il mercato del lavoro ticinese dovrebbe insomma diventare meno attrattivo.
In merito al periodo di transizione di dieci anni, criticato da Romano e che dovrebbe segnare il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di imposizione, Maurer ha risposto dicendo di comprendere le critiche espresse, ma ha sottolineato che si tratta di un tipico compromesso: l’Italia voleva addirittura un periodo più lungo, ha puntualizzato.
Infine, il Consiglio nazionale ha approvato (186 voti a 4 e 2 astensioni) l’accordo sull’imposizione dei frontalieri tra la Svizzera e l’Italia.
Un lungo parto
L’accordo è stato firmato il 22 dicembre 2020 a Roma dalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel, e dall’allora viceministro italiano dell’economia e delle finanze, Antonio Misiani.
La crisi del governo italiano, a inizio 2021, ha confermato l’opportunità di aver firmato prima della fine del 2020; in caso contrario, la firma si sarebbe verosimilmente protratta ancora per molto, fece notare il Consiglio federale.
Parafato nel 2015, l’accordo è stato in parte affinato vista l’impossibilità di firmare il testo così come uscito dalle prime trattative. Forti resistenze erano state espresse in particolare dai Comuni italiani di confine e dai sindacati.
Cosa prevede l’accordo?
In Svizzera, a fine 2021, secondo l’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno lavoravano 85’377 frontalieri italiani, di cui 74’032 in Ticino. La Confederazione trattiene a questi lavoratori l’80% (oggi poco più del 60%) dell’imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno sul suo territorio. I nuovi lavoratori frontalieri saranno tassati in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata.
Sono considerati nuovi lavoratori frontalieri le persone che fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro transfrontaliero dopo l’entrata in vigore del nuovo Accordo.
Stando al messaggio del Consiglio federale, l’intesa sarà sottoposta a riesame ogni cinque anni. Inoltre, una clausola dispone che siano previste consultazioni ed eventuali adeguamenti periodici in materia di telelavoro.
Regime transitorio
Alle persone che lavorano o hanno lavorato nei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo – detti frontalieri attuali – si applica un regime transitorio. Questa categoria di lavoratori continuerà infatti ad essere tassata esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai Comuni italiani di confine fino all’anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell’imposta alla fonte prelevata nella Confederazione.
Sempre secondo l’accordo, in futuro il “lavoratore frontaliere” includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Tale nuova definizione si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall’entrata in vigore dell’accordo.
L’intesa contiene una disposizione finalizzata a impedire i potenziali casi di abuso in relazione allo status di “attuale frontaliere”.
Ratifica italiana
Stando a Ueli Maurer, l’iter di ratifica in Italia potrebbe concludersi alle fine di questo mese, dal momento che non vi sono opposizioni. Nel dicembre scorso il Consiglio dei ministri italiano ha dato il via libera alla ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio.
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