Alex Schwazer, niente Olimpiadi e carriera finita
Il tribunale arbitrale dello sport di ha accolto la richiesta della IAAF di squalificare il marciatore per doping: 8 anni di stop
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Alex Schwazer squalificato per 8 anni, carriera finita
Niente olimpiadi di Rio e carriera finita per Alex Schwazer. Il tribunale arbitrale dello sport di Losanna ha infatti accolto la richiesta della federazione internazionale di atletica di squalificare il marciatore italiano per doping condannandolo a otto anni di stop.
Una sentenza durissima che pone fine alle speranze dell’atleta 31enne, già risultato positivo nel 2012, e che riapre il dibattito sulla questione doping.
Era pronto a gareggiare in queste olimpiadi. Poi, ha detto, avrebbe voluto ritirarsi. NNegli ultimi giorni si stava allenando sul lungomare di Copacabana per avere il suo riscatto, fiducioso che i giudici avrebbero ascoltato le sue ragioni.
La sentenza del TAS ha invece messo fine al sogno di Alex Schwazer. La squalifica per 8 anni significa di fatto la fine della sua carriera.
Il marciatore altoatesino aveva ammesso i suoi sbagli nel 2012, quando alla vigilia delle olimpiadi di londra era risultato positivo all’Epo. Aveva pagato con l’umiliazione e una squalifica di 4 anni.
Il 1° gennaio del 2016 in un controllo fuori competizione risulta però nuovamente positivo, ma questa volta l’altoatesino si dichiara innocente e insieme al suo allenatore, paladino della lotta al doping, si dice vittima di un complotto.
“Sono distrutto”, questo l’unico commento rilasciato dall’atleta 31enne, che vuole però andare avanti con la giustizia per provare la sua innocenza.Quel che non potrà più dimostrare è invece il suo talento.
Una pena, quella di Alex Schwazer, che stride con la decisione del comitato olimpico di accettare in buona parte la delegazione russa a Rio nonostante il doping di stato comprovato. Decisione sconfessata poi dal Comitato paralimpico che ha messo invece il veto a tutti gli atleti russi.
Ma a pagare il prezzo piu alto in mezzo a tutti gli scandali sembra essere soprattutto l’immagine dello sport.
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