Bologna apre l’università ai migranti
L'ateneo della città emiliana offre cinque borse di studio a dei rifugiati dando loro la possibilità di frequentare i corsi. Ma non mancano le critiche
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Borse di studio ai rifugiati
Sono sempre di più, nei paesi europei, i giovani in attesa di asilo per motivi politici o umanitari. Ragazzi che, spesso, oltre alla loro vita e alle famiglie, hanno lasciato anche gli studi e si ritrovano per mesi e anni senza fare nulla, ad aspettare dei documenti che possano restituire loro un’identità.
Finora, in Italia, solo chi aveva già un permesso di soggiorno poteva iscriversi ai corsi universitari.
Ora, come spiega Alessandra Scagliarini, prorettore per le relazioni internazionali dell’Università di Bologna, “c’è bisogno di dare risposte concrete a quello che chiede la Commissione Europea, cioè di sviluppare forme di integrazione per gli studenti costretti a interrompere il proprio percorso formativo perché perseguitati o in fuga da zone di guerra. Per questo abbiamo aderito e creato anche cinque nuove borse di studio di 8.000 euro per questi studenti”.
Quindi, quei ragazzi che saranno selezionati e avranno i requisiti per seguire i corsi, potranno beneficiare dell’esonero totale dei contributi.
Come sempre, non sono mancate le polemiche. L’associazione studentesca vicina alla destra Azione Universitaria, ha diffuso una nota in cui definisce l’iniziativa “l’ennesimo schiaffo agli studenti: i veri discriminati di oggi sono gli italiani”, e ancora “è curioso come proprio chi si riempie ogni giorno la bocca con parole come ‘uguaglianza’, nei fatti non voglia attuarla”.
Dall’altro lato, ci sono ragazzi come Shani e Sulayman, che avevano aspettative che sono stati costretti ad abbandonare. Per loro, che non pensavano neanche più di poter ricominciare a studiare, questa possibilità è un nuovo sogno, da condividere con chi, tra gli studenti italiani, avrà voglia di farlo e imparare a sua volta.
Eva Pedrelli
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