Il fascino intatto della seta comasca
Quando si parla di seta in Italia ma anche in Europa, si parla soprattutto del distretto tessile comasco. Sono le parole del presidente dell’Ufficio Italiano Seta, Stefano Vitali che ricorda come al distretto di Como sia riconducibile circa l’80% della produzione serica europea.
Anche se non possiamo dire che il distretto comasco abbia il monopolio italiano assoluto di filatura e tessitura, si può però certamente dire che il distretto tessile di ComoCollegamento esterno sia un punto di riferimento, in Italia, in Europa e nel mondo per questa preziosa materia prima e per tutti i prodotti finiti legati al know how artigianale e industriale. Nonostante questa importanza, Como non è stata scelta dall’Unesco come città creativa per la arti popolari e l’artigianato (vedi box qui a fianco).
Recentemente l’Unesco ha bocciato Como Collegamento esternocome città creativa UnescoCollegamento esterno per le arti popolari e l’artigianato. L’Italia aveva diritto a due posti a livello mondiale nei differenti settori. Alla fine per le arti popolari e l’artigianato è stata scelta la città di BiellaCollegamento esterno.
Il mea culpa di Stafano Vitali che è anche il presidente del comitato promotore “Como e Seta”: “siamo partiti in ritardo. Molto probabilmente ripresenteremo la nostra candidatura. Siamo sicuri di avere le carte in regola. Abbiamo una filiera unica ma abbiamo tralasciato il rapporto con il territorio comasco… La prossima volta presenteremo un dossier ancora più completo”.
Questa momentanea bocciatura non turba più di quel tanto il distretto comasco. Anzi. Non senza una certa fierezza, Stefano Vitali, presidente dell’Ufficio Italiano Seta, ricorda che al distretto di Como è riconducibile circa l’80% della produzione serica europea. Sono circa cento le aziende associate all’Ufficio Italiano Seta, quasi tutte comasche. Per la nobile fibra gli addetti sono circa 6’000 e il fatturato aggregato si aggira intorno al miliardo di franchi, circa il 40% del tessile lariano che, includendo altre fibre come viscosa e poliestere, raggiunge i 2,4 miliardi di franchi.
Il trend degli ultimi anni, ci ragguaglia ancora Stefano Vitali è leggermente in calo a causa soprattutto del mercato delle cravatte sempre meno usate nel mondo.
A Como vengono comunque lavorati circa 3 milioni di chilogrammi di seta greggia o tessuti greggi che arriva dalla Cina, paese che produce il 95% della seta greggia mondiale. Il restante 5% se lo dividono Uzbekistan, Corea del Sud, India e Brasile. Seta quest’ultima però non all’altezza della qualità richiesta dal distretto comasco per essere trasformata in un prodotto per l’alta moda.
Tra i mercati principali anche la Svizzera
Il paese principale per l’esportazione dei prodotti serici comaschi è la Francia con il suo segmento dell’alta moda. Al secondo posto abbiamo gli Stati Uniti. Segue la Svizzera. Un dato sorprendente per i non addetti ai lavori. Però nella Confederazione hanno sede tante aziende del lusso e della moda. Poi la seta comasca va in Inghilterra e Germania. Ultimamente sta avanzando anche la Cina, dove è in aumento la richiesta di tessuti da parte di designer cinesi per realizzare prodotti di alta qualità.
L’80% dei prodotti in seta in Europa viene lavorata nel distretto comasco
La collaborazione con la Cina
La Cina, fornitrice di seta greggia, rappresenta anche un serio concorrente sul prodotto lavorato? Stefano Vitali ci garantisce che “c’è un grande legame tra il distretto cinese e quello comasco. Da anni ci sono incontri fissi due volte all’anno una in Cina e una a Como. Il tema principale è quello legato al prezzo e alla qualità della seta greggia”.
Il prezzo della seta cinese è un tema centrale. Nel biennio 2017-18 la Cina ha allarmato l’intero settore portando il prezzo della seta greggia alle stelle, oltre i 70 euro al chilogrammo. L’impennata, dovuta anche alla crescente domanda locale, ha fatto lievitare i costi delle seterie italiane, considerato che non ci sono alternative dove comperare la materia prima: la Cina realizza, come detto, il 95% della produzione serica mondiale, pari a 70 milioni di chilogrammi l’anno.
L’intervista al presidente dell’Ufficio Italiano Seta, Stefano Vitali:
È possibile una filiera della seta completamente italiana?
Il filmato inizia con immagini dell’Istituto Luce che riprende operaie nel comasco alle prese con bachi da seta, bozzoli e filati di seta. Come racconta Stefano Vitali, “una volta c’erano i gelseti, i bachi da seta. Oggi non siamo più in grado di produrre un filato di seta in Italia o in Europa. Non per mancanza di capacità. Anzi. Semplicemente produrre seta greggia in Europa o in Italia costerebbe troppo”.
Se prodotta in Italia, si stima che il costo della seta raggiungerebbe valori elevatissimi, pari a circa 200 euro al chilogrammo. Oggi, come si può leggere sul sito della camera di commercio di ComoCollegamento esterno, il prezzo della seta greggia di alta qualità si aggira attorno ai 65 euro al chilogrammo.
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