È tutto pronto a Cortina d’Ampezzo per l’avvio dei lavori della nuova pista da bob, una struttura essenziale per i giochi olimpici invernali del 2026. I tempi però stringono, e l’ipotesi di utilizzare la pista di St. Moritz, in caso di ritardi, non è ancora esclusa. Intanto a farsi sentire oggi è soprattutto chi contesta l’opera.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
“La questione è l’insostenibilità ambientale e poi l’insostenibilità economica. Siamo convinti che si tratti di un ecomostro”, afferma Patrizia Perucon del coordinamento delle associazioni ambientaliste dell’Alto Bellunese. A farle eco anche Luigi Casanova, presidente onorario dell’associazione Mountain Wilderness Italia: “A Cortina d’Ampezzo lasceranno più cemento e più asfalto, null’altro. Non era di questo”, sostiene, “che aveva bisogno Cortina”.
La nuova pista da bob, da 81 milioni di euro, verrà costruita su parte del tracciato di quella vecchia. Una pista storica, quella delle olimpiadi invernali del 1956, quando proprio la Svizzera vinse la gara del bob a 4. Ma anche la nuova opera ha ormai una lunga storia. Il tandem Milano – Cortina si aggiudicò i giochi nel 2019: tanta la festa, tante le opere da costruire, ma con alcuni intoppi. Al primo e anche al secondo bando di gara per la pista da bob non si è infatti presentata nessuna impresa.
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Ritardi su ritardi, tanto che lo scorso ottobre il presidente del Comitato olimpico nazionale dichiarò che la pista non sarebbe stata fatta, che andava cercata una soluzione all’estero. Si guardava appunto alla Svizzera. Per l’Italia sarebbe stato uno smacco e così è entrata in campo la politica, facendo pressioni con un nuovo progetto che è stato approvato al fotofinish. E i lavori sono pronti per iniziare.
“Questo è a livello planetario uno dei più grandi eventi sportivi che esistano. E noi abbiamo la fortuna di poterlo ospitare sul nostro territorio”, osserva il presidente della provincia di Belluno Roberto Padrin. “È chiaro che qui purtroppo si è perso tanto tempo, molte opere non saranno pronte per la data delle Olimpiadi”, riconosce, sottolineando però che “queste sono già state messe a terra, già finanziate”. E questo “per un futuro anche post-olimpico è importante”.
Circa i tempi, il Comitato olimpico internazionale vigila con attenzione: ogni 6 mesi una verifica e la pista dovrà essere pronta fra un anno, il 15 marzo 2025, per i test di omologazione. Pochissimo tempo, insomma. Per questo l’ipotesi che le gare si tengano in Svizzera o in Austria non è ancora esclusa. In paese bob e olimpiadi sono sulla bocca di tutti. E dividono gli animi.
Il timer è partito, il tempo per finire i lavori entro il termine fissato è poco. Ma ormai non si può tornare indietro. La speranza di tutti, a Cortina, è che i Giochi invernali non si risolvano in un salto nel vuoto.
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