Una ventina di persone vicine a Matteo Messina Denaro, considerato l'attuale capio di Cosa Nostra e ricercato da 25 anni, sono stati arrestati giovedì in un'operazione di Polizia, Carabinieri e Direzione investigativa antimafia.
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tvsvizzera.it/Zz/afp con RSI (TG del 19.04.2018)
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“Questa operazione si iscrive all’interno di un’inchiesta più ampia che ha lo scopo di catturare Messina Denaro, e che prevede anche l’indebolimento progressivo dei circuiti criminali alla quale la mafia si appoggia e il prosciugamnto delle sue risorse economiche.”, hanno annunciato le forze dell’ordine italiane.
Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. I 22 farebbero anche parte di una rete di trasmissione di ordine attraverso i tradizionali “pizzini”.
Tra di loro figurano cinque mafiosi residenti nell’ovest della Sicilia, così come due cognati di Matteo Messina Denaro, uno dei quali alla testa di una famiglia mafiosa.
Nelle intercettazioni che hanno portato all’arresto un uomo dice di ritenere che delle statue dovrebbero essere erette in omaggio a Messina Denaro, paragonandolo a Padre Pio.
“Allora ha sciolto a quello nell’acido, non ha fatto bene? Ha fatto bene”. Parla, non sapendo di essere intercettato, uno dei mafiosi fermati nel blitz. Il drammatico riferimento è alla vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, rapito, tenuto sotto sequestro per 779 giorni, ucciso e sciolto nell’acido per indurre il padre a ritrattare. La conversazione è del 19 novembre del 2017.
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