Italia, quattro giorni per un’intesa M5S-PD
In Italia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha annunciato che martedì prossimo svolgerà nuove consultazioni per trarre le conclusioni sulla crisi di governo "e assumere le decisioni necessarie". Ovvero se conferire un incarico o sciogliere le camere e indire nuove elezioni.
“Sono possibili solo governi che ottengano la fiducia del Parlamento, con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese. In mancanza di queste condizioni, la strada è quella delle elezioni”, ha chiarito il Presidente in diretta televisiva, al termine della seconda giornata di consultazioni con i partiti politici.
La crisi che si è aperta “con una rottura polemica tra i due partiti di governo”, ha detto, “va risolta in tempi brevi come richiede un grande Paese come il nostro”. Il Presidente non deve precludere l’espressione di volontà del Parlamento, ha proseguito Mattarella, ma “al contempo ho il dovere di richiedere nell’interesse del Paese decisioni sollecite”.
Nel corso delle consultazioni, ha riferito infine il capo di Stato, “mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti che sono state avviate iniziative per un’intesa in Parlamento per un nuovo governo e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto”.
A conferma di quanto dichiarato dal Presidente, si apprende dall’agenzia di stampa ANSA che l’assemblea del Movimento 5 Stelle ha dato mandato per acclamazione al capo politico Luigi Di Maio e ai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva di incontrare la delegazione del Partito Democratico.
Circolano intanto i primi nomi per l’incarico di premier, come quello della vice presidente della Corte Costituzionale italiana Marta Cartabia: sarebbe la prima donna presidente del Consiglio nella storia del Paese.
“Non lasciamo la nave affondare, perché l’Italia siamo tutti, a dispetto degli interessi di parte”, aveva detto il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio al termine della consultazione al Colle. “Sono state avviate tutte le interlocuzioni per avere una maggioranza solida che voglia convergere sui punti indicati”.
In precedenza, il suo ex alleato Matteo Salvini aveva ribadito che per la Lega il voto è la via maestra, ma aveva anche alluso a una ricucitura: “Se qualcuno mi dice ragioniamo perché i no diventano sì, miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, ho sempre detto che sono uomo concreto, non porto rancore, guardo avanti”.
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