Via alle consultazioni, il PD tratta coi 5 Stelle
Dopo le dimissioni rassegnate dal premier Giuseppe Conte, sono iniziate mercoledì in Italia le consultazioni del presidente della Repubblica per esplorare la fattibilità di una maggioranza alternativa. In attesa di salire al Colle, il Partito Democratico ha affidato al segretario Zingaretti il mandato di negoziare con il Movimento 5 Stelle per verificare se ci sono le condizioni per un "governo di svolta".
Dopo i presidenti di Camera e Senato, i primi ad essere sentiti dal presidente Sergio Mattarella sono stati i rappresentanti dei gruppi parlamentari più piccoli. Giovedì, sarà la volta di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia e, nel pomeriggio, Lega e Cinquestelle.
Intanto, con una relazione approvata all’unanimità dalla direzione del PD, Nicola Zingaretti ha dettato le sue condizioni perché possa nascere un’alleanza con gli ex-nemici del Movimento 5 Stelle. O si forma una maggioranza politicamente forte, per “un governo di svolta” che duri per l’intera legislatura e sia in piena discontinuità col precedente, oppure è meglio tornare al voto, ha detto.
La condizione più stringente è la discontinuità: sottintende che nel nuovo esecutivo non c’è posto per alcun ‘ex’. “Non vogliamo e non possiamo entrare in un governo che propone il Conte bis”, ha chiarito. Ma anche delineato cinque punti sui quali verteranno le trattative.
I punti sono l’appartenenza all’UE, la centralità del Parlamento, il cambio nella gestione dei flussi migratori con piena partecipazione dell’Europa, la svolta delle ricette economiche e sociali per evitare aumento della pressione fiscale e dell’IVA, e la sostenibilità ambientale.
Non è passata inosservata l’unanimità con la quale Zingaretti ha ottenuto il mandato a intavolare trattative: la vera novità, in un partito a lungo profondamente diviso, anche e soprattutto sulla possibilità di governare con i 5 Stelle.
Nel frattempo, continuano e si rafforzano le telefonate e i contatti tra i democratici e l’entourage di Luigi Di Maio. Non lo nega il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio: “È chiaro che ci sono dei contatti. Io non sono abituato a dire bugie, sono cose molto all’ordine del giorno”, ha ammesso a Skytg24. Bocche cucite nel Movimento, mentre proseguono gli incontri interni.
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