L’incognita Dario Violi sulle presidenziali lombarde
Dario Violi, 32 anni, è il più giovane tra i candidati che ambiscono a presiedere la Regione Lombardia. Bergamasco (come Giorgio Gori), siede attualmente in Consiglio regionale per il Movimento 5 Stelle. Grazie alla sua giovane età vuole proporre una nuova visione della politica, a partire dalla lotta contro la corruzione.
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Di origini coreane cresciuto nei Grigioni, scriverei solo di cultura, ma in questi anni ho sempre parlato d’altro. Iniziali: fra
Dario Viola, grillino atipico, ha vinto le primarie per pochi voti. Nella consultazione online ha raccolto 793 voti sui 4286 voti espressi. Soprattutto solo sette voti in più di Massimo Felice De Rosa, deputato del M5S arrivato secondo alle consultazioni.
Giovane, preparato, condivide con Giorgio GoriCollegamento esterno, candidato del centrosinistra, la stessa provenienza, quella bergamasca.
Laureato in scienze politiche, ha fatto importanti esperienze all’estero nell’ambito della cooperazione internazionale. Nel suo programma Collegamento esterno si punta soprattutto sulla lotta contro la corruzione (anche se come dice lui, non è un punto del programma bensì il cappello introduttivo di tutto il programma): già pronto un assessorato anticorruzione e il suo assessore: Giovanna Ceribelli, la donna che ha innescato l’inchiesta sulla sanità in Lombardia, quella sulle forniture odontoiatriche.
Nonostante sia dato come la terza forza in campo, Dario Violi ci crede. Non ci sta a fare da terzo incomodo tra Gori e Fontana.
Il commento sulla candidatura di Dario Violi del giornalista del Corriere della Sera, Andrea Senesi.
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