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L’Emilia-Romagna resta a sinistra

Stefano Bonaccini
Stefano Bonaccini guiderà ancora la Regione Emilia-Romagna. Lapresse

Il candidato del Partito democratico Stefano Bonaccini è stato eletto alla presidenza dell'Emilia-Romagna conquistando il 51,4% dei voti. Staccata di quasi otto punti percentuali la rivale leghista Lucia Borgonzoni. In Calabria è invece il centrodestra a trionfare, con la candidata di Forza Italia Jole Santelli.

L’assalto di Matteo Salvini e della Lega alla regione che da oltre 70 anni è la roccaforte della sinistra è fallito. Lucia Borgonzoni si è fermata al 43,6%, stando ai dati definitivi.

A guidare la regione sarà così ancora Stefano Bonaccini, che si è aggiudicato il 51,4% delle preferenze. Questa vittoria – ha dichiarato Bonaccini – deve essere “una lezione per il futuro; ci eravamo dimenticati di stare in piazze, di stare di più tra le persone”.

Il leader della Lega, onnipresente durante la campagna, ha dal canto suo fatto buon viso a cattivo gioco: “Dopo 70 anni in Emilia-Romagna c’è stata una vera partita. Una volta il gioco era finito prima di cominciare”, ha affermato.

E in effetti, oltre al duello Bonaccini-Borgonzoni, se il Partito democratico si conferma primo partito con il 34,7%, il balzo in avanti della Lega è importante: dal 19,4% delle regionali del 2014 a quasi il 32%. Il partito di Salvini conferma in sostanza il risultato registrato alle recenti Europee.

Le elezioni di domenica sono state caratterizzate da una forte partecipazione: l’affluenza è stata infatti di oltre il 67%, quasi il doppio rispetto a sei anni fa. A svolgere un ruolo è stata probabilmente anche la mobilitazione delle Sardine, a cui il segretario del PD Nicola Zingaretti ha reso omaggio, dichiarando che “questa vittoria è nata anche per loro”. Tuttavia, stando a quando rileva una prima analisi dell’Istituto CattaneoCollegamento esterno, “non si può dire che la mobilitazione abbia avuto un carattere asimmetrico”. In altre parole, la maggiore affluenza non dovrebbe aver premiato uno schieramento più di un altro.

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Il crollo dei 5 Stelle

Un altro importante dato emerso da queste elezioni è il crollo del Movimento 5 Stelle. Il suo candidato – Simone Benini – si è dovuto accontentare di un misero 3,5%, mentre a livello di partito si è fermato al 4,7%.

Non è andata meglio in Calabria, dove Francesco Aiello ha racimolato appena il 7,3% delle preferenze.

Il pessimo risultato dei 5 Stelle avrà sicuramente ripercussioni a livello nazionale. “Si sta tornando a un sistema bipolare tra due grandi campi che si contendono la leadership e lo fanno su scelte politiche alternative, quindi credo che questo travaglio del M5S avrà e sta avendo una discussione – ha dichiarato Nicola Zingaretti. Spero che sempre di più di questo elemento si prenda atto, come in Calabria e in Emilia-Romagna, si scelga tra i due principali contendenti. Il Movimento si troverà di fronte a questo dilemma, ma lo dico da alleato e non da avversario”.

In un post sul blog dei 5 StelleCollegamento esterno, il nuovo capo politico del movimento, Vito Crimi, non nasconde che “i risultati sono stati inferiori alle aspettative”. “Questo però non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario”, sottolinea Crimi, secondo cui è necessario maggiore coordinamento e presenza sui territori. ” Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti, di non lasciarsi irretire da facili sirene, di ricordare sempre quali sono gli obiettivi e le motivazioni che ci hanno portati nelle istituzioni e alla guida del Paese”.

Il trionfo di Jole Santelli

A trionfare in Calabria è stata la candidata del centrodestra Jole Santelli. L’esponente di Forza Italia ha conquistato oltre il 55% dei voti, staccando di 25 punti percentuali il candidato del centrosinistra Filippo Callipo.

“È un grande risultato – ha commentato Silvio Berlusconi. Jole Santelli è una donna di Forza Italia che ha dedicato la vita alla sua terra. Con la sua guida, la Calabria diventerà emblema del riscatto del sud, non sarà più la terra dell’inefficienza e del malaffare, ma terra di eccellenze”.

L’analisi del corrispondente della RSI a Roma:

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