Tutta l’Italia diventa una “zona protetta”
Da martedì mattina i provvedimenti adottati in Lombardia e in altre 14 province saranno estesi a tutto il paese.
“Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini […] ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate e delle persone decedute […]. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo subito a queste norme più stringenti”.
“Se la salute pubblica dei cittadini è messa a repentaglio, siamo costretti a scegliere e a imporre dei sacrifici per quanto riguarda gli interessi pur meritevoli di tutela”.
È con queste parole che il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha annunciato che varerà nelle prossime ore un provvedimento che in pratica estende a tutta l’Italia le misure già prese domenica in Lombardia e in altre 14 province.
Un provvedimento – ha proseguito Conte – “che possiamo sintetizzare con l’espressione ‘io resto a casa’; non ci sarà più una zona rossa […], ci sarà l’Italia zona protetta”.
Un bilancio sempre più pesante
In Italia nelle ultime 24 ore – stando al bilancio comunicato lunedì dalla Protezione Civile – si sono registrati 1’598 nuovi casi, ciò che porta a 7’985 il numero di persone contagiate; 97 persone hanno perso la vita (463 dall’inizio dell’epidemia).
Sono ricoverate in terapia intensiva 733 persone (+83 rispetto a ieri).
Il decreto prevede, tra l’altro, un divieto di assembramento in tutto il paese, la possibilità di spostarsi solo per comprovati motivi di lavoro, per situazioni di necessità o motivi di salute.
Per gli spostamenti è prevista l’autocertificazione (che si può scaricare quiCollegamento esterno). In caso di violazione delle norme si può incorrere in multe fino a 206 euro e tre mesi di carcere.
Fino al tre aprile le scuole rimarranno chiuse e tutte le manifestazioni sportive – campionato di calcio compreso – sospese.
Gli ingressi in Italia verranno inoltre controllati. Non è invece “all’ordine del giorno – ha proseguito il presidente del Consiglio – una limitazione dei trasporti pubblici: questo per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare”.
+ L’evoluzione dei contagi nel mondo (Università John Hopkins)Collegamento esterno
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.