Battibecco attorno al 25 aprile
"Contro interessate riscritture della Storia" occorre ribadire che la Resistenza e la Liberazione dal nazi-fascismo rappresentano per l'Italia "un nuovo Risorgimento" in cui la nazione "ha ritrovato la propria dignità". Così il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
Il presidente della Repubblica italiana ha voluto indirizzare il dibattito pubblico, attraversato dalle polemiche suscitate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che, pur domandando “rispetto”, ha ribadito di preferire recarsi ad una iniziativa contro la mafia a Corleone piuttosto che alle celebrazioni di questa Festa nazionale, da lui nuovamente accusata di essere “solo la festa dei comunisti”.
Reato di apologia del fascismo
Oggi la Costituzione italiana vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Nell’ordinamento giuridico italiano l’apologia del fascismo (saluto romano, esaltazione del fascismo, denigrazione dei valori della resistenza, propaganda razzista, manifestazioni di carattere fascista etc.) è un reato punibile con un arresto dai 18 mesi ai 4 anni.
“Siamo figli di chi ha dato la vita per garantirci libertà e democrazia – ha affermato Salvini – ma ognuno la celebra dove vuole e io vengo pagato per combattere e liberare l’Italia dalla mafia”. Una tesi contestata sia dal mondo politico, a partire dagli alleati di M5s, che da esponenti della società civile.
Derby, quale derby?
Altro elemento di polemica sollevato da Salvini è la sua tesi di un 25 aprile “derby tra comunisti e fascisti”. Il capogruppo Dem Graziano Delrio ha ammonito Salvini e Di Maio “a tenere fuori il 25 aprile dalla loro rissa. La Liberazione è una festa di tutti”.
Un dibattito pubblico insomma che il presidente Mattarella ha voluto riportare nel corretto canale storico e istituzionale, con un discorso alla cerimonia al Quirinale con le Associazioni combattentistiche e d’Arma, che verrà ampliato alle celebrazioni a Vittorio Veneto.
Nuovo Risorgimento
Mattarella ha poi ricordato come alla Resistenza abbiano preso parte non solo partigiani comunisti, ma anche i soldati italiani, partigiani di altre idee politiche, perfino sacerdoti: “con essa la nostra Nazione ha ritrovato la dignità, davvero è stato un nuovo Risorgimento”. Insomma una festa di “tutti gli italiani” ha concluso; quasi un auspicio che le celebrazioni a Porta San Paolo a Roma quest’anno possano vedere la presenza delle Comunità ebraiche, che l’anno scorso celebrarono la festa per conto proprio ricordando la Brigata ebraica, dopo alcuni attacchi antisemiti.
Striscioni della vergogna
Intanto indignano lo striscione pro-Mussolini, issato come sfregio a Milano, vicino a piazzale Loreto, e le tante provocazioni neofasciste, una tra le altre quella dei fiori deposti nel casertano sulla tomba del criminale nazista Michael Seifert, il “boia di Bolzano”.
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