"Avremo il nuovo ponte a Natale del 2019". Lo ha detto il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto Morandi, Marco Bucci, inaugurando il cantiere per la demolizione di ciò che resta dell'infrastruttura.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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“Appena avremo l’ok dalla procura vedrete anche lo smontaggio”. Lunedì ci sarà un’udienza con i tecnici della procura e i periti di parte che potrebbe sbloccare la situazione. La demolizione prevede smontaggio e uso di micro cariche esplosive, su quest’ultime hanno dubbi i periti di Autostrade per l’Italia.
“Sì, potevano aver risparmiato tempo. Ma ci sono stati altri eventi… Io non guardo mai indietro e guardo al futuro e al lavoro che c’è da fare. Rispetteremo i tempi”. Così il sindaco-commissario per la ricostruzione di ponte Morandi ha risposto a chi gli chiedeva, all’inaugurazione del cantiere della demolizione, se si poteva arrivare a questo appuntamento prima di oggi. “L’importante è avere un ponte che non serve a Genova ma all’Italia, alla Svizzera e alla Francia”.
Primi risultati della perizia svizzera
Non solo cavi corrosi, ma anche guaine protettive in molte parti dei reperti completamente mancanti. È quanto emerge dalle analisi effettuate dal Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca di Dübendorf nel canton Zurigo.
I cavi, secondo il progetto originario, dovevano essere rivestiti da una guaina di metallo. Sezionando i 17 reperti inviati a novembre da Genova, invece, gli esperti hanno notato come tale rivestimento fosse completamente assente. La mancanza della guaina avrebbe così accelerato la corrosione dei cavi stessi, ma anche della parte esterna del calcestruzzo, “aggredita” dalla corrosione in atto dell’acciaio. Il dubbio degli investigatori, è che la situazione fosse a conoscenza di Autostrade e Spea (la società controllata che si occupa di manutenzione e monitoraggio) ma che non si fosse fatto nulla per porre rimedio.
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