Corruzione e truffa, arrestata Lara Comi
L'ex eurodeputata italiana Lara Comi è stata arrestata giovedì nell'ambito di un nuovo filone dell'indagine 'Mensa dei poveri'. È accusata di corruzione, false fatture, finanziamento illecito e truffa aggravata. Arrestato anche l'amministratore delegato dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni (ai domiciliari come l'esponente di Forza Italia) e il direttore di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere).
La maxi-indagine aveva già portato, lo scorso maggio, a 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo Fabio Altitonante e dell’allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota Pietro Tatarella (tutti FI).
Sono state proprio le dichiarazioni ai pubblici ministeri di Caianiello, che è il presunto “burattinaio” del sistema ed è stato interrogato molte volte nei mesi scorsi, a confermare un quadro accusatorio già emerso dai primi racconti di imprenditori e indagati in Procura.
La gip Raffaella Mascarino, nell’ordinanza di arresto, parla di “pianificazione” dei reati che vengono contestati a Lara Comi, del suo “stabile legame” con Caianiello e della ricerca da parte dell’ex europarlamentare di “incarichi di sempre maggiore influenza e molto remunerativi”.
Tangenti, finanziamenti illeciti e truffa
Lara Comi deve rispondere di tre vicende. La prima riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società Premium Consulting Srl da parte di Afol, dietro promessa di retrocessione di una parte allo stesso direttore Zingale e a Caianiello. Circostanza messa a verbale da Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e stretta collaboratrice dell’ex eurodeputata, in un interrogatorio del 14 maggio (“Mi parlò della necessità di pagare in vista dell’estensione dell’incarico una cifra di 10’000 euro a Zingale”).
L’esponente di Forza Italia è anche accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito di 31’000 euro dall’industriale bresciano e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Il versamento sarebbe stato effettuato in vista delle ultime elezioni europee e per una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabileCollegamento esterno dal web.
Le si imputa infine una truffa aggravata al Parlamento europeo, nella quale è coinvolto anche il giornalista Andrea Aliverti, che collaborava con Comi come addetto stampa, con un compenso di 1’000 euro al mese rimborsati dall’Europarlamento.
Interrogato dai pm, ha dichiarato di avere ottenuto un aumento a 3’000 euro, ma con l’obbligo di restituirne 2’000 a FI.
Dell’ex candidato sindaco di Varese Paolo Orrigoni, invece, ha parlato l’imprenditore Pietro Tonetti. D’intesa con lui, l’ad di Tigros avrebbe versato l’anticipo di 50’000 euro della presunta tangente, mascherata da incarico a uno studio di ingegneristica, per ottenere la variante di destinazione d’uso di un terreno a Gallarate su cui aprire un nuovo supermercato.
Esigenze cautelari
Nell’ordinanza, la giudice per le inchieste preliminari di Milano osserva che benché Lara Comi non sia più parlamentare europea è “indiscutibile” che la sua “rete relazionale, trasversale fra alti livelli politici e imprenditoriali” (anche in qualità di rappresentante legale o presidente di diverse associazioni) possa “costituire un utile ‘volano’ per ulteriori attività illecite”.
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