Fibrillazioni nella maggioranza Lega-M5S sul caso Diciotti
La vicenda Diciotti sta monopolizzando il dibattito politico in Italia e rischia di creare crepe all’interno della maggioranza di governo giallo-verde.
Martedì si è tenuta la riunione della Giunta per le immunità del Senato chiamata a prendere posizione sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona e abuso d’ufficio in relazione al divieto imposto alla nave militare di far sbarcare a Catania 177 migranti recuperati in mare lo scorso mese di agosto.
La commissione, per bocca del presidente Maurizio Gasparri, ha comunicato che intende sentire l’indagato entro 7 giorni.
In mattinata il governatore leghista del Friuli Massimiliano Fedriga aveva avvertito che il voto favorevole del M5S all’autorizzazione “rimetterebbe in discussione tutto”.
Da parte loro vari esponenti grillini hanno espresso l’intenzione di rispettare la loro consuetudine di consentire alla giustizia di giudicare un politico indagato. “Se il caso andrà in aula voteremo sì, il M5S non ha mai negato il processo a un politico”, ha commentato il sottosegretario agli Interni pentastellato Carlo Sibilia mentre il senatore Mario Gianrrusso (M5S), membro della Giunta, ha fatto sapere che il premier Giuseppe Conte, il suo vice Luigi Di Maio e il ministro dei trasporti Danilo Toninelli depositeranno una memoria in cui viene estesa a tutta la compagine governativa la responsabilità per la decisione sul caso Diciotti.
Una scelta anticipata nella serata di lunedì dallo stesso presidente del Consiglio. Da parte sua l’interessato Matteo Salvini, che intende evitare il processo, ha osservato che “qui non è in discussione un reato ma il fatto che un governo possa esercitare i poteri che gli italiani gli conferiscono. Lo abbiamo fatto nell’interesse pubblico e per la difesa nazionale, sì o no?”.
Intanto si stanno delineando gli orientamenti dei gruppi parlamentari: Lega, Forza Italia e Fratelli di Italia voteranno no alla prosecuzione dell’inchiesta, Pd e Leu a favore, così come probabilmente buona parte dei grillini, con i distinguo di cui sopra. “Leggeremo le carte e decideremo”, hanno affermato dal quartier generale pentastellato.
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