“Gli immigrati? Facciamo come gli svizzeri”
L’Italia e il suo "Governo del cambiamento", da marzo a questa parte, hanno attirato gli occhi di tutta Europa. È stato infatti il primo vero e proprio esecutivo "sovranista" in un Paese dell’UE. Tra i protagonisti di questa stagione politica italiana c’è Matteo Salvini, leader della Lega, nonché ministro dell’Interno e vicepremier.
Il Corriere del TicinoCollegamento esterno lo ha raggiunto per un’intervista a 360 gradi nel giorno in cui la Commissione europea ha deciso che non avvierà la procedura per debito eccessivo contro l’Italia. Il leader si è espresso pure sulla questione del frontalierato e sulla situazione del casinò di Campione.
Corriere del Ticino: Ministro Salvini, è appena trascorso il settantesimo anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Amnesty International accusa l’Italia di una gestione repressiva dei migranti mentre la Corte Costituzionale olandese ha sancito l’incostituzionalità del respingimento dei migranti dall’Olanda verso l’Italia perché sostiene che da voi i diritti umani non vengono rispettati. Sente di avere delle responsabilità?
Matteo Salvini: No, perché il decreto sicurezza del Governo italiano concede più diritti ai rifugiati veri permettendo di distinguerli dai finti rifugiati. Prima di questo decreto si faceva fatica a distinguere tra migrazione regolare e irregolare verso l’Europa. Tra chi sbarcava in Italia gli aventi diritto erano una netta minoranza.
La carriera politica
Dal 2004 al 2006 è deputato al Parlamento europeo. Nel 2006 decade dalla carica di deputato a Bruxelles e torna a fare il consigliere comunale a Milano.
Nel 2008 viene eletto alla Camera dei deputati, carica che lascia l’anno successivo quando viene rieletto all’Europarlamento. Il 7 dicembre 2013 vince le primarie degli iscritti della Lega Nord contro Umberto Bossi ed è eletto segretario federale della Lega Nord.
Alla testa del partito, in pochi anni lo trasforma in una formazione politica nazionale. Alle elezioni politiche del 2018, coalizzandosi con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-UDC, diventa il primo partito della coalizione di centro-destra. Visto l’importante risultato, Salvini decide di allearsi con il Movimento 5 Stelle per formare l’attuale Governo Conte. E il primo giugno 2018 diventa ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Come diceva papa Benedetto, prima del diritto a migrare viene il diritto a non migrare e a scongiurare così le morti nel Mediterraneo, che quest’anno sono state 23 a fronte delle 216 del 2017, mentre gli sbarchi totali dell’anno scorso sono stati di 117’000 persone contro le 23’000 di quest’anno. I servizi di intelligence hanno documentato che la massiccia presenza delle navi delle ONG incentivava i trafficanti ad utilizzare imbarcazioni molto scadenti che mettevano a rischio la vita di chi migrava – cosa che permetteva loro di ricattare altri Paesi – e che al traffico di uomini è legato quello di droga e armi. Prima il pagamento chi partiva lo effettuava soltanto in anticipo, adesso si dà un anticipo prima della partenza e un saldo una volta arrivati, perché il mestiere dello scafista è diventato più a rischio.
Molti dei migranti che sbarcano li troviamo poi lungo i confini con la Svizzera dove la Lega dei Ticinesi – cioè gli alleati del suo partito – chiedono una rigorosa politica di respingimento, cosa che danneggia dunque il suo Paese. Qual è il suo rapporto con la Lega alla luce di tutto ciò?
Il respingimento dei migranti non sarebbe legittimo se questo avvenisse tramite degli abusi documentati, cosa mai avvenuta nel caso della Svizzera. Con la Lega dei Ticinesi, con cui rimaniamo in buoni rapporti, abbiamo diversi punti in comune. Il primo è che sia loro che il Governo italiano stanno facendo quello che gli elettori hanno chiesto tramite il voto, stanno cioè legittimamente difendendo i propri confini con mandato democratico. Sia l’Italia che la Svizzera che il Ticino stanno portando avanti questa politica nell’assoluta legalità, a differenza di altri nostri vicini.
A chi si riferisce?
Alla Francia per esempio. Lungo i confini italo-francesi sono stati documentati abusi e sconfinamenti territoriali da parte della Gendarmeria, cosa che evidentemente viola sia i trattati internazionali che i diritti dei propri vicini.
La gioventù leghista
Nato a Milano, classe 1973, Matteo Salvini si iscrive alla Lega Nord a 17 anni. Tre anni più tardi, nel 1993, viene eletto consigliere comunale a Milano.
È poi stato il coordinatore degli studenti leghisti milanesi nel 1992 e il responsabile dei giovani
leghisti di Milano dal 1994 al 1997. Tra il 1997 e i primi anni del nuovo millennio lavora come giornalista per il quotidiano “La Padania” e per “Radio Padania Libera”.
Questo tipo di problema non è però mai stato documentato con la Svizzera, che è il Paese con cui la Polizia di Stato italiana ha il rapporto migliore e con cui i nostri servizi di sicurezza lavorano meglio su tutti i piani. Svizzera e Italia hanno in comune di stare legittimamente difendendo i propri confini nazionali rispettando le leggi. Se l’Italia avesse i rapporti che ha con la Svizzera e con il Ticino anche con gli altri Paesi, ci sarebbero molti meno problemi per tutti.
Non teme che le politiche della Lega possano mettere l’Italia di fronte ad un problema di riassorbimento lavorativo dei 63’000 frontalieri?
No, questo pericolo non c’è. Il lavoro è insieme alla sicurezza il primo punto di cui il Governo italiano si occupa. Come nel campo della sicurezza anche in quello del lavoro Italia e Svizzera hanno lo stesso interesse ad avere imprese italiane e lombarde forti, in modo da limitare al massimo le discrepanze salariali e qualitative tra chi lavora in Italia e chi in Svizzera, e che si riduca al massimo il rischio di dumping. Al contempo stiamo lavorando sulla semplificazione per le imprese che spesso vale di più della detassazione. Purtroppo, però, ereditiamo dai Governi precedenti una macchina burocratica pesantissima.
“Italia e Svizzera hanno lo stesso interesse a limitare
le discrepanze salariali e il dumping”.
Svizzera e Italia condividono inoltre la necessità di trovare una soluzione per i lavoratori di Campione d’Italia dopo la chiusura del casinò. Ci sta lavorando l’onorevole Garavaglia, soprattutto per risolvere le questioni di tipo fiscale.
I rapporti tra Italia e Svizzera sono al centro dei suoi pensieri oppure le diatribe sul piano interno e quelle con gli altri Stati dell’Unione europea hanno la priorità?
I rapporti tra Italia e Svizzera sono molto importanti. Ciò non esclude che lo siano anche quelli con altri Paesi europei. Il rinascimento dell’Europa può partire soprattutto attraverso il dialogo tra Berlino e Roma – visti i problemi che ci sono a Parigi.
Non penso ovviamente a riedizioni di un passato triste e fallimentare per entrambi e all’asse franco-tedesco che non ha portato molto di positivo alla Comunità europea. Farò di tutto per innovare un’asse Roma-Berlino che riguarda le prime due potenze industriali del continente e possa ridare un nuovo slancio all’Europa che altrimenti è finita. L’Europa non è a rischio per i populisti, ma perché governata male dalle stesse persone da decenni. Sono convinto che quello fra Berlino e Roma sia un asse fondamentale da ricostruire
Lei aveva promesso l’abolizione delle sanzioni alla Russia che invece verranno rinnovate anche con l’avallo del ministro degli Affari Esteri Moavero…
Sono sempre convinto che lo strumento sanzionatorio sia totalmente inutile. Alle sanzioni preferisco il dialogo. Queste sanzioni non dovrebbero esserci perché sono un danno economico, culturale e sociale. L’Europa è un’unione di popoli amici dall’Atlantico agli Urali e la Russia è storicamente e culturalmente il cuore dell’Europa. Dato che le sanzioni non sono uno strumento risolutivo, il mio impegno personale è di riavvicinare Unione europea e Russia.
E gli Stati Uniti? Quali sono i suoi rapporti con Steve Bannon e con la sua “internazionale sovranista” che punta a influenzare l’Europa?
“Ascolto Bannon ma voglio che il destino dell’Europa sia nelle mani degli europei e non di qualcun altro”.
Ammiro Trump per la sua coerenza tra le parole prima e dopo il voto in tema immigrazione e di fisco e per il suo forte investimento nell’economia. Ho incontrato Steve Bannon una volta quest’estate, lo trovo stimolante, lo leggo e ne condivido alcune posizioni, altre invece no.
Ritengo che l’Europa abbia così tante diversità e particolarità che non sempre dall’altra parte dell’Atlantico vengono capite. Ascolto dunque Bannon ma voglio che il destino dell’Europa sia nelle mani degli europei e non di qualcun altro.
Non volete più uscire dall’euro?
Nel nostro programma non c’è alcuna proposta di uscita dalla moneta unica o dall’Unione europea. La storia di questi anni ci dice che l’euro non è stata una invenzione utile, una moneta senza popolo o radici non ha precedenti. Bisogna però ragionare in maniera realistica, per questo ci riproponiamo di andare in Europa e di cambiarla dall’interno. Non ho nessuna idea di fare una Brexit all’italiana.
Cosa ne pensa invece di quello che sta succedendo in Francia con i ‘gilet gialli’?
So che si tratta di un movimento spontaneo e auto-organizzato delle periferie, delle campagne e delle banlieue francesi e come tale ha tutta la mia simpatia. Come tutti i movimenti spontanei rischia di essere infiltrato dai violenti, che sono da condannare. Comprendo benissimo le motivazioni economiche, sociali e culturali che stanno alla base di questo movimento che spero raggiunga obiettivi concreti. Questo movimento mostra che Macron non è il campione della nuova Europa come ci veniva presentato, bensì un prodotto da laboratorio, inventato per bloccare l’unico cambiamento all’orizzonte.
L’antisemitismo sta crescendo in tutta Europa, pur non essendo l’Italia tra i Paesi maggiormente colpiti da questo fenomeno…
Israele è una delle più grandi, moderne ed evolute democrazie del pianeta. Il crescente antisemitismo in tanti Paesi europei, che farò di tutto per stroncare in Italia, fa rima con estremismo islamico a cui non si presta la necessaria attenzione. In alcune città europee non si può andare in giro ostentando i propri simboli religiosi perché ci sono degli estremisti islamici che mettono a rischio la tua vita. L’estremismo islamico è il primo nemico della convivenza e della pace sociale in Israele e in Italia.
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