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L’Italia blocca chatGPT

Il logo di OpenAI.
Il logo di OpenAI: la società deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo. Copyright 2023 The Associated Press. All Rights Reserved

Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma ChatGPT.

Nel provvedimento, il Garante rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati
vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali.

ChatGPT è apparso a novembre ed è stato rapidamente preso d’assalto dagli utenti colpiti dalla sua capacità di rispondere in modo chiaro a domande difficili, scrivere sonetti o codici informatici. Finanziato dal gigante dell’informatica Microsoft, che lo ha aggiunto a diversi suoi servizi, viene talvolta presentato come un potenziale concorrente del motore di ricerca Google.

L’Autorità italiana sottolinea nella sua dichiarazione che ChatGPT “ha subito il 20 marzo una perdita di dati relativi alle conversazioni degli utenti e alle informazioni di pagamento degli abbonati al servizio a pagamento”. Critica inoltre ChatGPT per “l’assenza di un’informativa agli utenti, i cui dati sono raccolti da OpenAI, ma soprattutto per l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiva dei dati personali, allo scopo di addestrare gli algoritmi che gestiscono la piattaforma”.

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Inoltre, sebbene il robot sia destinato a persone di età superiore ai 13 anni, “l’Autorità sottolinea che l’assenza di qualsiasi filtro per verificare l’età degli utenti espone i minori a risposte del tutto inadeguate al loro livello di sviluppo”.

OpenAI, che non ha una sede nell’Unione europea ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo. 

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