Fiamme appiccate da un gruppo di tunisini cui era stato negato lo status di rifugiato
Questo contenuto è stato pubblicato al
1 minuto
Un incendio doloso – il terzo nel giro di sette anni – ha nuovamente danneggiato un padiglione del centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa che attualmente ospita 517 migranti. Non si registrano vittime né feriti.
Il rogo, stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato appiccato da un gruppo di residenti tunisini dopo che si era diffusa la notizia di un loro possibile rimpatrio coatto in aereo visto che non hanno il diritto di accedere allo status di rifugiati. Quattro di loro sono stati fermati mentre tentavano di allontanarsi dal luogo dell’accaduto.
Non è per ora possibile conteggiare i danni, ma l’interno della struttura – che ospita adulti maschi – è stato completamente distrutto dalle fiamme, come già accaduto nel 2009 e nel 2011.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Respinti e clandestini
Questo contenuto è stato pubblicato al
Quattro ragazzi fra i 20 e i 25 anni. Altissimi, vestiti con una tuta grigia. In mano una borsa della spesa. E’ la loro valigia. Vengono dalla Nigeria e dopo aver camminato per giorni, essere passati dalla Libia, aver preso un barcone hanno raggiunto Pozzallo. All’hotspot, il centro di alto smistamento dei migranti, hanno ricevuto…
I pescatori di Lampedusa: “Quando eravamo noi a cercare lavoro in Africa”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Soprattutto durante il fascismo, e fino agli anni ’50, infatti, molti isolani – come tanti altri italiani – si trasferivano in Tunisia (in particolare nelle città di Sfax, Mahdia, Susa) per sfruttare la pescosità del mare e cercare condizioni di vita più vantaggiose. L’immigrazione italiana andò scemando via via dopo la proclamazione dell’indipendenza della Tunisia,…
Il mercatino profughi-conti pubblici, così l’Italia ammorbidisce Bruxelles
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’annuncio era stato legittimamente orgoglioso: infine l’Europa segue la politica suggerita dall’Italia. E i numeri sembravano confortare l’ottimismo: nel volgere di due anni, circa 45 mila migranti siriani ed eritrei sarebbero stati trasferiti dalla Penisola in altri Stati dell’UE che avevano sottoscritto l’agenda della ridistribuzione decisa dal presidente della Commissione, Junker. Per una volta, e…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.