L’Italicum rivisto dalla Corte costituzionale
La Corte costituzionale italiana ha parzialmente bocciato la legge elettorale varata dal governo Renzi, conosciuta come ‘Italicum’. Una volta corretta, hanno precisato i giudici, la Legge è applicabile da subito.
Entrato in vigore poco più di sei mesi fa, l’Italicum non sarà dunque mai applicato perché in parte incostituzionale, come il suo predecessore Porcellum.
Il primo aspetto bocciato dalla Consulta è il doppio turno: l’Italicum prevedeva un ballottaggio tra i primi due partiti nel caso in cui nessuno avesse raggiunto il 40 percento dei voti. Alla lista più votata sarebbe poi stato assegnato il 55 percento dei seggi, meccanismo che avrebbe consentito, in teoria, di ottenere la maggioranza assoluta alla Camera anche con un 20 percento al primo turno.
Seconda bocciatura: le pluricandidature. La Legge prevedeva che i capilista, candidati bloccati, potessero presentarsi in 10 collegi diversi e in seguito scegliere quello d’elezione. Il collegio d’elezione, dice la Corte, dovrà invece essere sorteggiato.
La Consulta salva, per contro, il premio di maggioranza, che scatterà solo per chi dovesse superare la soglia del 40 percento dei voti.
L’Italicum così rivisto, precisano i giudici, è da subito utilizzabile. L’Italia potrebbe quindi andare presto al voto, premesso che questa Legge, valida solo per la Camera dei Deputati, sia conforme, come preteso dal presidente della repubblica Mattarella, con quella del Senato.
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