‘Ius soli’ al Senato tra urla e spintoni
Il parlamento italiano è tornato a discutere giovedì, dopo due anni, della revisione della legge sulla cittadinanza che vorrebbe introdurre nel paese il principio dello ‘ius soli’. La otterrebbero i minori nati in Italia con almeno un genitore che abbia permesso di soggiorno illimitato, o che vi abbiano frequentato cinque anni di scuola purché arrivati entro i dodici anni di età. La revisione ha ottenuto l'approvazione della Camera, ma al Senato le cose sembrano complicarsi.
Arber Agalliu, 29 anni, è giornalista ed esponente del movimento ‘Italiani senza cittadinanza’. Ha accento toscano e origini albanesi. Un’identità complicata, come spiega al Telegiornale della Radiotelevisione svizzera RSI: “Mi sento un italiano albanese a Firenze, e un albanese italiano a Tirana”.
In realtà, da qualche mese, Arber è cittadino italiano. Per il passaporto ha atteso vent’anni: “Per vent’anni è stato un viavai dai commissariati di Polizia; dovevo lasciare le mie impronte digitali, rinnovare il permesso di soggiorno”.
“Ius culturae”; l’opposizione della destra
Secondo il disegno di legge, in futuro potranno ottenere la cittadinanza i minori nati in Italia con almeno un genitore che abbia permesso di soggiorno illimitato, e quelli arrivati nel Paese entro i dodici anni di età, dopo cinque anni di scuola.
Insomma, uno ‘ius soli temperato’ o uno ‘ius culturae’, ma la destra non ci sta e scende in piazza, per affermare che l’essere italiani “non può essere semplicemente un atto burocratico”.
“Con questa legge”, sostiene Gianni Alemanno, del Movimento nazionale per la sovranità, “ci saranno immigrati che faranno figli su suolo italiano proprio per ottenere il permesso di soggiorno, quindi si sta regalando la cittadinanza e incentivando l’immigrazione”.
Urla e spintoni; l’astensione 5 Stelle
Il senato comincia a discuterne tra urla, insulti e risse. La ministra Valeria Fedeli, nella bagarre, rimane ferita.
Grillo, che col suo Movimento 5 Stelle è ago della bilancia, ordina ai suoi l’astensione.
La riforma -con la quale otterrebbero il passaporto italiano 800 mila minori, e in futuro una media di 60 mila ogni anno- rischia il naufragio.
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