La Legge di bilancio italiana spedita a Bruxelles
Il governo italiano ha approvato lunedì in tarda serata il documento programmatico di bilancio per il 2019 che passerà ora al vaglio della Commissione europea, con cui si rischia lo scontro. Il testo prevede un aumento delle spese per la sicurezza sociale e l'abbassamento dell'età di pensionamento a discapito del deficit, fissato l'anno prossimo al 2,4% del Pil.
Il punto più critico, dal punto di vista di Bruxelles, della nuova legge di bilancio italiana era già stato svelato: il testo prevede un disavanzo al budget pari a 2,4% del Prodotto interno lordo, più basso del limite del 3% fissato a livello europeo, ma sicuramente distante dall’1,8% che prevedeva la traiettoria finanziaria del precedente governo.
Bruxelles insiste affinché i paesi della Zona euro fortemente indebitati, di cui l’Italia fa parte, abbiano come obiettivo l’equilibrio budgetario.
La Commissione europea ha adesso due settimane per valutare il piano italiano e può teoricamente respingerlo, chiedendo a Roma di correggere il tiro. Sarebbe però una mossa inedita da parte di Bruxelles dall’introduzione delle nuove procedure nel 2013.
“Avremo un dibattito virtuoso con i nostri amici italiani che sanno che il loro debito pubblico è molto elevato, e nessuno può dire il contrario”, ha detto dal canto suo il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “Nel progetto di bilancio non si rispettano pienamente le raccomandazioni della Commissione e dell’Ecofin
per il 2018-2019″ che i ministri delle Finanze, compreso quello italiano, hanno accettato.
“C’è una differenza tra quanto raccomandato e quanto presentato oggi nel bilancio”, ha ribadito Juncker. “Ne discuteremo in tutta amicizia e con il rispetto che dobbiamo all’Italia”.
Reddito di cittadinanza, pensioni e pace fiscale
Lega e Movimento 5 Stelle hanno già affermato che non cederanno e che l’aumento della spesa pubblica è necessario alla crescita e alla lotta alla povertà.
Il progetto approvato lunedì in serata dal Consiglio dei ministri contiene ad esempio il reddito di cittadinanza a partire dal prossimo anno con l’indicazione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, cifra che rappresenta anche la pensione minima.
Un altro punto centrale è un abbassamento dell’età di pensionamento in deroga alla legge Fornero. Gli uomini potranno andare in pensione a 62 anni se hanno lavorato per almeno 38 (quota 100). Le donne a 58 se dipendenti (59 se autonome) e dopo aver versato contributi per 35 anni. Questa misura interessa circa 400’000 persone e dovrebbe essere effettiva dal prossimo febbraio.
Lo scopo è anche quello di liberare dei posti per i giovani in un momento dove il tasso di disoccupazione tra le persone di un’età compresa tra i 15 e i 34 anni è quasi al 20%.
Verrà poi anche introdotta la “flat tax” al 15% per partite Iva e piccole imprese con una cifra d’affari di 65’000 euro.
Un punto dove il dibattito fra le due forze governative è stato più acceso è stato quello sulla “pace fiscale”. La Lega l’ha spuntata introducendo quello che da molti è stato definito un “condono” per coloro che hanno degli arretrati o hanno nascosto al fisco guadagni fino a 100’000 euro.
I costi degli interventi non sono stati presentati in dettaglio ma supererebbero i 21 miliardi di euro, secondo le cifre presentate dal governo negli ultimi giorni.
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