Il Congo condanna l’attacco terroristico
Il presidente del Congo Felix Tshsekedi ha condannato con la più grande fermezza l'attacco terroristico che ha visto la morte dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista congolese Mustapha Milambo.
È stata un’imboscata in piena regola, probabilmente a scopo di sequestro, finita in tragedia. L’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese, Mustapha Milambo, sono stati uccisi in un agguato mentre viaggiavano a bordo di un’auto dell’Onu in una regione della Repubblica democratica del Congo, il Nord Kivu, da anni teatro di violenti scontri tra decine di milizie che si contendono il controllo del territorio e delle sue risorse naturali.
Attanasio avrebbe compiuto 44 anni a maggio ed era padre di tre bambine. Il diplomatico, agli inizi della sua carriera, aveva lavorato anche all’Ambasciata italiana a Berna tra il 2006 e il 2010 ed era uno dei più giovani ambasciatori italiani nel mondo. Qui il messaggio del Quirinale:
cordoglio del Presidente #MattarellaCollegamento esterno per la morte dell’Ambasciatore Luca #AttanasioCollegamento esterno, del Carabiniere Vittorio #IacovacciCollegamento esterno e del loro autista pic.twitter.com/hqJptje9KbCollegamento esterno
— Quirinale (@Quirinale) February 22, 2021Collegamento esterno
Ribelli Hutu
Il governo di Kinshasa punta il dito contro le Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), ribelli di etnia Hutu conosciuti per il genocidio in Ruanda del 1994, che hanno stabilito la loro roccaforte nell’area dell’agguato, mentre l’Italia chiede un rapporto dettagliato alle Nazioni Unite.
Le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda hanno però negato di essere responsabili dell’attentato. Lo riferisce il sito Actualite.cd citando una dichiarazione del gruppo ribelle, che peraltro aveva già negato di aver compiuto un attacco che gli viene comunemente ascritto, quello nell’aprile scorso in cui morirono 17 persone tra cui 12 rangers del parco nazionale Virunga.
I ribelli, per contro, chiedono alle autorità congolesi e alla missione Onu Monusco “di fare completa luce sulle responsabilità di questo ignobile assassinio, invece di ricorrere ad accuse frettolose”.
Il convoglio, composto da due vetture del Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp), stava viaggiando verso nord, sulla strada tra Goma e Rutshuru, dove il diplomatico italiano avrebbe dovuto visitare un programma di distribuzione di cibo nelle scuole dell’agenzia dell’Onu, fresca di Nobel per la pace.
Alle 10.15 (le 9.15 in Svizzera), le due auto sono state fermate a circa 15 km da Goma, nei pressi di Nyiaragongo, nel parco nazionale di Virunga, da un commando di 6 persone che ha aperto il fuoco, prima sparando in aria, poi uccidendo l’autista.
Viaggio in incognito
Il governo congolese ha dichiarato che le autorità provinciali del Nord Kivu non erano a conoscenza della presenza dell’ambasciatore nell’area e che questo non ha permesso loro di fornirgli misure di sicurezza adeguate, né il loro tempestivo arrivo sul posto in “una parte del Paese considerata instabile e in balia di alcuni gruppi armati ribelli nazionali e stranieri”.
La Farnesina ha però chiesto all’Onu di fornire quanto prima un report dettagliato sull’attacco in un luogo dove Attanasio si era recato su invito del Pam.
In Italia la morte di Attanasio e Iacovacci è stata accolta con sgomento e dolore, dal presidente Sergio Mattarella che ha parlato di “lutto per questi servitori dello Stato” al premier Mario Draghi che ha espresso il cordoglio del governo ai familiari del diplomatico, che lascia una moglie e tre bimbe piccole, e del giovane carabiniere che avrebbe dovuto sposarsi in estate.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che riferirà “il prima possibile in Parlamento per fare chiarezza” sulle circostanze dell’agguato ancora pieno di interrogativi e sul quale la procura di Roma ha aperto un’inchiesta. Al telefono con la collega congolese, Marie Tumba Nzeza, il ministro ha chiesto “di fare luce sulle dinamiche e le responsabilità dell’attentato”, auspicando che le autorità di Kinshasa offrano “piena collaborazione nei contatti e negli scambi con la magistratura e le forze di sicurezza italiane”.
Il servizio del telegiornale:
tvsvizzera.it/fra con RSI
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.