L'isola di Pallestrina: una striscia di terra lunga 11 chilometri.
mosevenezia.eu
Il riscaldamento globale mette alla prova la sopravvivenza di Pellestrina, la lingua di terra che fa da scudo alla laguna.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
Elena Boromeo, RSI News
A Pellestrina, il sole sorge e tramonta sul mare. In alcuni punti lo si potrebbe vedere restando sempre nella stessa posizione, tanto è stretta l’isola. A guardarla dall’alto, sembra una sottile barriera che separa la laguna di Venezia dal mare aperto. E in un certo senso, lo è: percorrendo i suoi 11 chilometri di lunghezza, si costeggia un muro alto, costruito per fermare le mareggiate. Oltre il muro, c’è una spiaggia, anche questa creata apposta per frenare il moto incessante dell’Adriatico. Dall’altra parte, sul versante ovest, più dolce, sorgono le case. Sull’isola, infatti, abitano circa 4’000 persone: abbastanza per avere due squadre di calcio rivali.
Lontana dai riflettori di Venezia e del Lido, dove si tiene la Mostra del cinema, Pellestrina vive principalmente di pesca. Eppure, con le altre due località più celebri condivide l’amministrazione (il sindaco è sempre lo stesso) e un ritmo di vita, unico al mondo, scandito dalle maree. Quando lo scorso 12 novembre a Venezia l’acqua alta ha raggiunto il livello record di 187 centimetri allagando anche la Basilica di San Marco, Pellestrina è stata sommersa. Complici le fortissime raffiche di vento che soffiavano dalla direzione della laguna, l’allagamento della piccola isola è stato improvviso e violento. Inoltre, un difetto di progettazione delle pompe ha fatto sì che l’acqua salata persistesse per circa 24 ore, penetrando nei piani terra di quasi tutte le abitazioni. Un uomo è morto folgorato.
Per trovare un evento altrettanto catastrofico, la memoria degli abitanti deve risalire al 1966, quando il mare, spinto dallo Scirocco, sfondò i “murazzi” e invase l’isola. La preoccupazione, però, adesso, è che non si tratti più di fenomeni eccezionali. Il mese di novembre 2019 è stato ritenuto il peggiore di sempre per frequenza e picchi di alte maree, e i pescatori dell’isola non hanno dubbi: il livello dell’acqua si sta alzando.
Le previsioni scientifiche sugli effetti del riscaldamento globale non sono tutte concordi e le stime, per il 2100, parlano di un innalzamento del livello dei mari che potrebbe andare da 50 centimetri a oltre un metro, forse addirittura due. Se così fosse, l’isola di Pellestrina dovrebbe essere rinforzata e riprogettata. In caso contrario, rischierebbe di scomparire. E con essa, anche la laguna per come la conosciamo oggi. Venezia compresa.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Venezia, sospesa, torna lentamente alla normalità
Questo contenuto è stato pubblicato al
La crescita dell’acqua alta ha raggiunto nella notte fra mercoledì e giovedì gli 80 centimetri, un livello inferiore rispetto ai 125 attesi.
L’arte dimostra che le acque a Venezia si stanno innalzando
Questo contenuto è stato pubblicato al
Grazie ai quadri dei vedutisti veneziani il professor Dario Camuffo ha dimostrato che la città lagunare, in 500 anni, è affondata di quasi un metro.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Time Machine, progetto che mira a ricostituire digitalmente la storia delle città europee, perde un partner chiave. Ma un accordo è ancora possibile.
Grandi navi, sfiorato un nuovo incidente a Venezia
Questo contenuto è stato pubblicato al
Una nave della Costa Crociere ha rischiato di finire contro la riva domenica a Venezia sbandando poco dopo il bacino San Marco, mentre sulla città infuriava una burrasca di grandine e vento.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il lavoro fotografico sulle grandi navi a Venezia di Gianni Berengo Gardin sta vivendo una rinnovata popolarità.
Manifestazione a Venezia contro le grandi navi da crociera
Questo contenuto è stato pubblicato al
'Fuori le navi dalla laguna': è questo lo striscione che sintetizza la grande manifestazione tenutasi sabato a Venezia contro le Grandi Navi.
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Venezia non è Disneyland e neppure una riserva indiana, non siamo in via di estinzione”: con questo slogan domenica degli attivisti del centro sociale Morion hanno divelto un tornello posto su Piazzale Roma per regolamentare l’afflusso di turisti durante il ponte del primo maggio. L’azione è durata fino all’arrivo delle forze dell’ordine, che hanno disperso…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.