Il 20 febbraio dello scorso anno all'ospedale di Codogno veniva scoperto il primo caso ufficiale di coronavirus in Italia. Mattia Mestri dal mquel giorno è diventato per tutti il "paziente 1".
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Di origini coreane cresciuto nei Grigioni, scriverei solo di cultura, ma in questi anni ho sempre parlato d’altro. Iniziali: fra
Mattia Mestri non è il primo italiano ad essere stato contagiato dal Covid-19. Si deve dirlo. Semplicemente è stato il primo caso ufficialmente riconosciuto in Italia. Oggi il 39enne è tornato alla vita di sempre, è ritornato sui campi di calcio, ha ricominciato a correre, la sua passione.
Un anno fa venne ricoverato all’ospedale di Codogno dove la rianimatrice Annalisa Malara gli fa il test per verificare se fosse contagiato. E questo nonostante fosse fuori dai protocolli del ministero della Salute che lo prevedeva test solo per chi rientrava dalla Cina.
Sono i giorni in cui ancora si cerca il “paziente 0” per poter tracciarne gli spostamenti e cercare di bloccare i contagi. È una corsa contro il tempo. Poi sappiamo tutti come è andata. Rintracciare il “paziente 0” era praticamente impossibile. Anche capire come il virus sia entrato in Italia. In breve tempo si capisce la serietà del problema e il Nord Italia diventa il primo vero grosso focolaio d’Europa.
Tornado a Mattia Maestri, a Codogno colgono subito la gravità delle condizioni del paziente tanto che nella notte tra il 21 e il 22 febbraio viene urgentemente trasportato in ambulanza al Policlinico San Matteo di Pavia. Per ben 18 giorni Maestri resterà ricoverato nella sala rianimazione, intubato e con la vita appesa a un filo.
Noi un anno fa siamo proprio stati all’interno del Policlinico San Matteo e abbiamo girato le prime immagini in assoluto del reparto di terapia intensiva appositamente allestito per combattere il Covid-19. Vi riproponiamo il servizio:
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