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Papa Francesco mette in crisi i negozi di abiti sacri

Via dei Cestari, non lontano da San Pietro è una strada unica al mondo per la concentrazione di negozi di articoli sacri, la cui opulenza contraddice la sobrietà promossa dal Pontefice.

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Paramenti e talari, non certo alla portata di ogni parrocchia. Altari, acquasantiere, inginocchiatoi dei materiali più pregiati. Damaschi, broccati e merletti di rara bellezza. Per una casula di seta scarlatta e oro si può spendere fino a tremila euro, quasi seimila per una statua di San Francesco, diecimila per un calice in oro cesellato. Raffinati ricami fatti a mano e dettagli personalizzati, ma quale Cardinale li indosserebbe al cospetto di Francesco? Un Papa che professa uno stile di vita semplice.
Le parole del Papa: “A me fa male quando vedo un prete o una suora con la macchina ultimo modello, ma non si può! Io credo che la macchina è necessaria perché si deve fare tanto lavoro e spostarsi, ma prendetene una più umile e se ti piace quella bella pensate a quanti bambini muoiono di fame”. Ed è proprio il Papa a dare il buon esempio girando per le stradine del Vaticano con una vecchia Renault 4.
Aldilà delle sacrosante parole del Papa, a pagare le spese di tutta questa sobrietà sono i commercianti della prestigiosa via dei Cestari. A domanda rispondono con una punta d’amarezza sulla difficoltà di tirare avanti e pur premettendo che Francesco è un grande Papa, riconoscono che tanta semplicità a loro proprio non giova. Gli articoli più prestigiosi ma anche molto cari, restano in negozio per anni, volendo essere ottimisti. Alcuni articoli non si vendono più ed il settore, come spesso siamo abituati a notare in diversi altri ambiti, si sta intasando di prodotti di bassa qualità, pre-stampati piuttosto che lavorati artigianalmente, purché costino poco. Il rischio è che la chiesa perda qualità e prestigio, sostengono alcuni tra i principali esercenti.

Di Enrico Marra

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