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Pensioni svizzere, la tredicesima arriverà presto anche in Italia

Un anziano vicino a un graffito che ritrae una persona anziana nel centro a Siena.
1,4 miliardi di franchi versati nel 2023 dalla Svizzera a pensionati/e in Italia. KEYSTONE

Dal 2026 oltre 235'000 persone residenti in Italia riceveranno una mensilità in più dall'Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS).

L’accettazione alle urne lo scorso 3 marzo dell’iniziativa popolare a favore della tredicesima mensilità AVS, la rendita pensionistica erogata dalla Confederazione, oltre a far felici molti beneficiari di questa prestazione in Svizzera, ha importanti ripercussioni anche per quelle persone residenti all’estero che hanno maturato lo stesso diritto. Un terzo dei pensionati e delle pensionate a carico dell’assicurazione sociale elvetica (Assicurazione vecchiaia e superstiti -AVS), infatti, risiede oltre frontiera.

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In genere si tratta di ex lavoratori e lavoratrici straniere che in passato hanno svolto parte della loro attività professionale in Svizzera, il cui fiorente mercato del lavoro ha sempre attirato manodopera, soprattutto dall’Europa.

Meno del 5% delle pensioni AVS in Italia è versato a svizzeri/e

Non mancano ovviamente anche le persone con passaporto elvetico che hanno deciso di trascorrere il pensionamento in un altro paese, magari in località con clima mite e costo della vita più interessante. Ma la loro quota, pari in Italia al 4,7% delle rendite di vecchiaia versate oltre confine, è piuttosto ridotta.

In ogni caso dall’inizio del 2026, come indicato nel testo del nuovo articolo costituzionale “i beneficiari di una rendita di vecchiaia hanno diritto a un supplemento annuo pari a un dodicesimo della loro rendita annuo”.

In cifre questo si traduce in vitalizi più pesanti dell’8,3%, per una spesa, a carico della cassa di compensazione svizzera, maggiorata inizialmente di circa 4,1 miliardi di franchi.

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Va comunque rilevato che nonostante la motivazione dell’iniziativa sia quella di compensare le persone anziane che faticano ad arrivare a fine mese nella Confederazione per il continuo aumento delle spese (costi energetici, affitti, premi sanitari) e dell’inflazione in Svizzera, la misura si applicherà naturalmente anche sulle rendite versate all’estero.

Attualmente la rendita mensileCollegamento esterno massima dell’AVS è pari a 2’450 franchi (2546 euro) e per le coppie sposate è di 3’675 franchi (3’819 euro). Quella minima è invece di 1’225 franchi (1’273 euro). Il sistema pensionistico elvetico, fondato sul concetto dei tre pilastri, non si riduce comunque solo all’AVS. Alla rendita statale evocata fin qui, che dovrebbe garantire il minimo vitale, occorre aggiungere la previdenza professionale (cassa pensioni) finanziata dal datore di lavoro e dai salariati e l’eventuale ulteriore previdenza privata facoltativa. L’insieme di questi tre cestipi è stato ideato per assicurare a pensionati e pensionate un tenore di vita analogo a quello precedente.

L’aspetto peculiare delle pensioni pubbliche versate all’estero dagli istituti federali elvetici è dato dal loro peso: sono infatti 788’799 su un totale di 2’504’989 rendite di vecchiaia erogate a dicembre 2022 (il dato più attuale disponibile) quelle che sono finite oltre frontiera, vale a dire quasi una su tre (31,5%).

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Gli importi annuali – per avere un ordine di grandezza – sono di 44,2 miliardi di franchi complessivi pagati per rendite di vecchiaia, di cui 5,9 miliardi all’estero. In testa, subito dopo la Svizzera, tra i Paesi beneficiari delle prestazioni AVS c’è proprio l’Italia, e non potrebbe essere diversamente vista la sua lunga storia di emigrazione.

Il dato più recente (29.2.2024) indica che nella vicina Repubblica sono state versate 231’279 rendite di vecchiaia AVS il mese di febbraio, per un importo di 132 milioni. Solo il 4,7% (10’937) risultano essere cittadini o cittadine svizzere residenti che hanno ricevuto complessivamente 14,7 milioni di franchi.

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Alle rendite di vecchiaia occorre aggiungere anche altre prestazioni erogate in Italia dalle casse di compensazione elvetiche, che gestiscono i fondi dell’AVS: i 50’120 vitalizi per vedovanza, le 1’088 rendite per orfani e le 4’313 prestazioni complementari che fanno lievitare a un totale di 286’803 rendite corrisposte (queste ultime prestazioni però, a differenza di quelle di vecchiaia, non godranno della tredicesima, poiché non contemplate nel testo dell’iniziativa approvata dal popolo).

Pensioni piuttosto esigue

Un ulteriore dato rilevante che si può dedurre da queste cifre è che gli importi accreditati ai pensionati e alle pensionate in Italia sono relativamente bassi. La media delle rendite di vecchiaia versate in Italia il mese scorso è stata infatti di 571 franchi (593 euro), ben al di sotto della soglia minima (1’225 franchi), di cui si ha diritto però con 44 anni di contributi AVS.

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In Svizzera, a titolo di paragone, la pensione media è pari a 1’874 franchi (1947 euro). Questo è sicuramente spiegabile con il fatto che spesso sono relativamente pochi gli anni di attività professionale svolta nella Confederazione da parte di coloro che risiedono nel Belpaese.

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