Il nuovo governo italiano, frutto dell'accordo intercorso tra M5S e Pd (con Leu), ha prestato giuramento al Quirinale ed è formalmente entrato in carica, dopo che mercoledì il premier incaricato Giuseppe Conte aveva sciolto la riserva e consegnato la lista dei ministri al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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tvsvizzera/afp/ats/spal con RSI (TG del 5.9.2019)
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Il presidente del Consiglio, i 21 ministri (i dieci pentastellati, i nove democratici, il rappresentante di Liberi e uguali così come l’indipendente al Ministero degli interni) hanno pronunciato, nel corso della cerimonia svoltasi a partire dalle 10 nel salone delle Feste, la tradizionale formula di fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione e alle sue leggi.
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Il premier incaricato Giuseppe Conte ha sciolto la riserva. Una squadra di 21 ministri lo affiancherà nel governo M5S-PD, che giurerà giovedì alle 10.
Da sottolineare la cordiale stretta di mano tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, i cui forti contrasti sulla nomina del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro hanno rischiato di compromettere fino all’ultimo la nascita del sessantaseiesimo esecutivo della Repubblica.
Lunedì alla Camera e il giorno successivo al Senato è previsto il dibattito sulla fiducia per il via libera parlamentare al Conte bis che nelle intenzioni del premier dovrebbe durare per il resto della legislatura che si chiuderà nel 2023.
Secondo gli analisti il Conte bis godrà di una maggioranza parlamentare più risicata rispetto al precedente, in particolare al Senato dove disporrebbe di soli 167 voti su 315. Intanto però in giornata si terrà il primo Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi che indicherà l’ex premier democratico Paolo Gentiloni alla carica di commissario europeo per l’Italia.
Le tappe della crisi
Con il giuramento del governo giallo-rosso si chiude una crisi di governo molto particolare. Ripercorriamone i momenti salienti in questo servizio preparato dal corrispondente a Roma della Radiotelevisione svizzera.
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