Quando le città iniziano a vietare il fumo all’aperto
Dopo Milano, anche Torino ha introdotto il bando alle sigarette (anche quelle elettroniche) per non imporre il fumo passivo a chi sta intorno. In Svizzera, per ora solo il Cantone Ginevra si è mosso in questa direzione.
Il 15 aprile il Consiglio comunale della città di Torino ha approvato una deliberaCollegamento esterno che introduce il divieto di fumare all’aperto – valevole anche per le sigarette elettroniche – a una distanza minore di cinque metri da altre persone.
Il divieto riguarda le sigarette, il sigaro, la pipa, il tabacco riscaldato e anche le sigarette elettroniche. La sanzione amministrativa per chi viola il regolamento sarà di 100 euro.
Nel corso del dibattito, i cinque metri di limite tra i fumatori e le fumatrici e il resto del mondo sono stati definiti una “distanza di cortesia” e varranno per qualsiasi luogo all’aperto. L’unica maniera per aggirare il divieto è ottenere il consenso esplicito dei non fumatori e delle non fumatrici presenti. Fanno tuttavia eccezione bambine e bambini e donne in gravidanza: in loro presenza, come già previsto anche in precedenza, sarà comunque bandito il fumo.
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“Regole di buon senso”
“Torino non è la prima città ad aver preso un’iniziativa di questo tipo e credo che altre lo faranno”, ha asserito il sindaco della città Stefano Lo Russo, aggiungendo: “Certo qualunque regolamento prevede una sanzione, ma io auspico che tenda a prevalere il ragionevole buon senso e il rispetto altrui. Sono regole di buon senso che valgono molto di più di regolamenti e sanzioni”.
Prima di Torino, Milano
Torino non è tuttavia la prima città italiana a muoversi in tal senso. Nel 2021, Milano aveva infatti già introdotto un bando al fumo simile, valido in alcune aree all’aperto come, ad esempio, nei parchi (a 10 metri da altre persone), nelle zone di gioco dei bambini, alle fermate dei trasporti pubblici, nei cimiteri e in strutture sportive come ad esempio gli stadi.
Si è però trattato di un’entrata in vigore “soft” del divieto, perché tra meno di nove mesi, dal 1° gennaio 2025, il fumo sarà bandito da tutte le aree pubbliche all’aperto del capoluogo lombardo.
Decisioni che ormai non rappresentano più un’eccezione: anche diversi altri Paesi, fra cui Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada, hanno esteso il divieto di fumare a spazi pubblici esterni.
Regole simili anche a Ginevra
In Svizzera, solo il Cantone Ginevra ha introdotto una regolamentazione simile. Anche se, pure altri – Ticino compreso – ne hanno parlato. Nel 2022, il Parlamento cantonale ginevrino (Gran Consiglio) ha infatti modificato una legge che vieta il fumo nei luoghi pubblici.
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L’obiettivo di tale modifica legislativa – accolta con un vasto consenso: 63 voti favorevoli 4 contrari e 9 astenuti – era quello di proteggere la popolazione, in particolare i giovani, dall’esposizione al fumo, aveva indicato il relatore di maggioranza Sandro Pistis del Movimento cittadino ginevrino (destra).
Il divieto di fumare nel cantone più occidentale della Svizzera concerne luoghi accessibili al pubblico, esterni o aperti, di istituti di formazione, scuole e asili nido, nonché i parchi giochi e le piccole piscine per bambini, i terreni sportivi e le relative tribune, le piste di pattinaggio e le piscine più grandi. Interessa pure i terreni dei campi diurni e di vacanza come pure le fermate dei trasporti pubblici.
La lotta al fumo passivo
In Svizzera, la Legge federale concernente la protezione contro il fumo passivoCollegamento esterno rappresenta una pietra miliare nella prevenzione del tabagismo e ha consentito di ridurre notevolmente l’esposizione al fumo passivo.
La stessa legge ha inoltre contribuito a ridurre notevolmente l’esposizioneCollegamento esterno delle persone al fumo passivo: se nel 2002, la popolazione che vi entrava in contatto per più di un’ora al giorno era il 31% del totale, nel 2017 questa quota è scesa al 9,2%.
Le cose sono infatti cambiate drasticamente da quando, nel 2007, si è votato a favore del divieto di fumo negli esercizi pubblici come ristoranti, caffè, bar e discoteche.
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Le uniche eccezioni possibili nella Confederazione concernono le imprese della ristorazione che possono e vogliono allestire locali appositi (sale fumatori), la cui superficie può coprire fino a un terzo di quella totale degli spazi di mescita; e le piccole imprese del settore della ristorazione con superficie non superiore a 80 metri quadrati che possono richiedere al Cantone un’autorizzazione quale locale per fumatori (purché non vi siano disposizioni cantonali che lo vietino).
Un tuffo nel passato
A beneficiare di questa possibilità sono otto Cantoni su 26: Giura, Sciaffusa, Zugo, Lucerna, Nidvaldo, Obvaldo, Glarona e Svitto. In particolare, l’unico Cantone francofono tra questi, il Giura, viene addirittura identificato come il paradiso dei fumatori.
Nel comune giurassiano di Porrentruy (6’600 abitanti), caffè, bar e ristoranti che ancora prevedono i posacenere sui tavoli, affinché il caffè o la birretta possano essere accompagnati dalla sigaretta, sono una mezza dozzina.
Un fenomeno che, a livello cantonale, è molto evidente nel distretto di Porrentruy e nell’Ajoie, meno nel capoluogo Delémont o nel distretto della Franches-Montagnes. A sedici anni dall’introduzione del divieto su scala nazionale, il mantenimento ancora oggi del fumo nei locali lascia a volte interdetti i turisti di passaggio.
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