Ex Ilva, “ci sentiamo presi in giro”
Dopo l'incontro tra i vertici dell'acciaieria e il governo italiano di mercoledì sera è scattato l'allarme rosso. Per il governo il rilancio è una priorità ma le richieste di ArcelorMittal sarebbero inaccettabili. L'azienda vuole infatti l'addio o un taglio draconiano della forza lavoro: 5000 esuberi richiesti.
I prossimi due giorni saranno di suspense per Taranto. La trattativa con l’azienda franco-indiana ArcelorMittal non è ancora definitivamente chiusa. “Al momento la via concreta è il richiamo alla loro responsabilità”, ha spiegato nella notte tra mercoledì e giovedì il premier Giuseppe Conte che ha chiesto ai dirigenti dell’ex Ilva o di aggiornarsi tra massimo due giorni per una nuova proposta.
E mentre si fanno più evidenti le tensioni politiche sulla vicenda in seno alla maggioranza e al Movimento 5 Stelle, tra la gente che vive vicino allo stabilimento e magari ci lavora, regna la preoccupazione e l’incertezza.
Nella conferenza stampa notturna, il premier italiano Giuseppe Conte ha chiarito che “lo scudo penale è stato offerto ed è stato rifiutato. Il problema è industriale: dall’azienda è arrivata una richiesta di cinquemila esuberi”. Una richiesta per ora inaccettabile per il governo italiano.
Qui il servizio del TG di giovedì.
Governo passa all’attacco
Il governo passa al contrattacco ma le armi rischiano di essere spuntate. “Il nostro strumento al momento è la pressione nel nostro sistema paese”, sottolinea Conte convocando, per giovedì pomeriggio i sindacati, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
Riapertura o piano B?
Nell’esecutivo di Conte emerge anche un’altra considerazione: quanto conviene che l’azienda resti? Per questo, parallelamente, si stanno cercando “strade alternative”. Un piano B, insomma, che non includerebbe la partecipazione di CdpCollegamento esterno (controllata per circa l’83% dal Ministero dell’economia e delle finanze) ma che potrebbe concretizzarsi con una nuova cordata. È un’ipotesi che emerge a tarda notte e che non riguarderebbe necessariamente Jindal o AcciaItalia.
Allo stesso tempo nel M5S filtra già una certa irritazione per la scelta di ArcelorMittal – che ha azzerato la concorrenza – e nei confronti di chi ha gestito il dossier, l’ex ministro Carlo Calenda. Sospetti che il titolare del Ministero dello sviluppo economico Stefano Patuanelli così sintetizza: “è evidente che ArcelorMittal voleva solo un’acquisizione”.
Il corrispondente della Radiotelevisione svizzera è andato a Taranto. Ecco il suo reportage.
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