L’ennesimo ponte crollato in Italia, sono otto in tre anni, sei negli ultimi tre. L’ultimo caso del 18 aprile, fortunatamente senza vittime, a Fossano in provincia di Cuneo. L’Ingegner Gabriele Camomilla, esperto di infrastrutture autostradali ora in pensione dopo una lunga carriera, ci ha spiegato cosa pensa sia successo. Da un'analisi delle fotografie del viadotto, l'esperto conclude che un caso simile si potrebbe evitare.
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Enrico Marra
Prima del caso di Fossano, lo scorso marzo, sulla via Emilia un crollo ha ucciso due persone. Lo scorso anno un altro ponte è venuto giù a Lecco in Lombardia provocando un morto. In Sicilia due viadotti hanno ceduto, uno nel 2014 – era stato inaugurato sette giorni prima – e per l’altro, l’anno successivo, a cedere non è stata la struttura ma un terrapieno di ancoraggio.
All’origine di questi crolli, le cause sono varie e diverse tra loro. Dai sospetti errori di progettazione del caso in Sicilia, all’errore umano nel caso della via Emilia, dove il ponte è caduto durante i lavori di sollevamento. Nel caso di Lecco invece, il ponte è venuto giù per “fatica”, ovvero la struttura è stata sovraccaricata in modo eccessivo e ripetuto con carichi concentrati e non sufficientemente ripartiti in lunghezza. Ma il caso che desta più preoccupazione, anche se per fortuna non ha fatto vittime, è l’ultimo, il crollo del viadotto di Fossano. Un’opera relativamente recente che è collassata repentinamente senza mostrare nessun segno evidente di degrado o sofferenze strutturali.
La Procura di Cuneo sta indagando sull’accaduto, il sostituto procuratore Pier Attilio Stea ha fatto sequestrare tutte le carte relative alla costruzione del viadotto. L’Anas, l’ente responsabile dell’opera e responsabile anche del venti percento dell’intera rete stradale italiana, tra strade e autostrade, esclude responsabilità. Il presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani, alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, ha dichiarato: « Il viadotto, sottoposto a regolari ispezioni non ha evidenziato particolari anomalie e data la limitata anzianità del manufatto, diciassette anni di esercizio, non era incluso nel programma di manutenzione straordinaria. »
Intervista all’esperto
L’Ingegner Gabriele Camomilla, attualmente in pensione dopo trentacinque anni di servizio sulla rete stradale ed autostradale italiana, ci descrive le principali criticità di quest’ultima, fornendo dettagli tecnici sul funzionamento dei ponti.
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