La vita dei rifugiati politici è anche più fragile di una mera condizione di indigenza. In Italia, paese dove il primo soccorso ai rifugiati non viene negato ed è organizzato in modo efficiente, non ci sono però leggi che favoriscono l’integrazione.
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Il dibattito a livello politico o sociale – questo non accade solo in Italia – è orientato però solo alle questioni relative al flusso dei migranti in arrivo. I rifugiati presenti sul territorio, semplicemente, non smuovono l’interesse collettivo. Sono invisibili ed emarginati perché verso di loro non c’è solidarietà.
Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università “La Sapienza” di Roma, offre una chiave di lettura per interpretare le ragioni che portano i rifugiati politici a questa condizione di abbandono.
Gli aspetti sociali ed economici in gioco. Le questioni che hanno a che fare con la coscienza dei singoli cittadini e di riflesso con la collettività. Un esercizio di autocritica verso l’egoismo su cui si fondano praticamente tutte le moderne società post-industriali.
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