I medici italiani incrociano le braccia
In Italia, medici, veterinari e dirigenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) hanno scioperato martedì per chiedere più risorse per la Sanità, il rinnovo del Contratto di lavoro atteso da otto anni e il ricambio del personale. In tutto il Paese, sono stati rinviati decine di migliaia di interventi chirurgici e visite mediche.
L’agitazione di 24 ore, secondo la stima dei sindacati, ha raggiunto adesioni “superiori a ogni previsione” e con “punte dell’80%”, al netto dei contingenti minimi obbligati a restare in servizio per garantire le urgenze.
“Mancano almeno 600 milioni”
Migliaia le visite specialistiche e le prestazioni diagnostiche saltate per aderire alla protesta, che coinvolge in tutto 134 mila professionisti e al centro della quale c’è la Legge di bilancio.
Il governo è accusato di sostenere “prevalentemente attraverso bonus”, in modo propagandistico, “alcune sacche di cittadinanza” anziché finanziare realmente la ristrutturazione di politiche di Stato sociale.
Secondo il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, alla Sanità “mancano almeno 600 milioni”. Sul fronte del personale, la denuncia è quella di una diminuzione -dal 2010- di 9 mila medici e 50 mila unità nel resto del personale.
Sit-in di fronte al Ministero
Mentre medici e veterinari di tutta Italia hanno sospeso i loro servizi, a Roma si è tenuto un presidio di fronte al Ministero dell’economia e delle finanze. Analoghe manifestazioni erano programmate in ogni capoluogo di Regione.
“Adesso tocca a noi”, scandiscono i medici, portando l’attenzione sul peso sostenuto da giovani e pazienti: lunghe liste d’attesa, medici in formazione impiegati al posto di specialisti, “precari che mantengono in vita il sistema”, giovani laureati in medicina costretti a emigrare.
“Salute per chi ha soldi”
Le organizzazioni imputano inoltre alle scarse risorse “la riduzione degli anni di buona salute nella fascia di età over 65” e in una nota congiunta denunciano “l’aumento della spesa privata”, prestazioni a carico del cittadino, “che ormai lega il diritto alla salute al censo”.
Per quanto una parte dell’esecutivo si sia dichiarata solidale con gli scioperanti, nessuna delegazione degli scioperanti presenti al sit-in è stata ricevuta dal governo o dal Ministero.
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