Quando Mussolini voleva invadere la Svizzera italiana
L'operazione sarebbe dovuta partire dall'Armata del Po, agli ordini del Generale Mario Vercellino (che era anche l'autore del piano) e dislocarsi come una tenaglia verso il Canton Ticino e quello dei Grigioni, arrivando ad occupare tutta la Svizzera italiana.
«L’Italia avrebbe dovuto schierare molte più forze di quante non ne sarebbero bastate alla Svizzera per resistere – spiega Malatesta osservando i quattro pezzi d’artiglieria in perfetto stato di conservazione del Forte Montecchio NordCollegamento esterno di Colico, Lecco, uno dei potenziali punti di partenza dell’attacco – perché nella guerra di montagna chi difende è avvantaggiato e la conoscenza del territorio è fondamentale».
Ma quanto fu realistico il pericolo di un attacco, considerato che nei secoli scorsi molte tra le piccole e grandi potenze militari erano solite stilare piani di invasione nei confronti delle nazioni limitrofe? «Tutto dipendeva dalla solidità dell’alleanza tra Italia e Germania, il cosiddetto Asse Roma-Berlino – risponde Malatesta – Hitler e Mussolini non si fidavano l’uno dell’altro e, dal punto di vista italiano, la Svizzera poteva diventare un cuscinetto all’espansionismo tedesco».
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