Per la Cassazione, la legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti "derivati dalla coltivazione della cannabis", come l'olio, le foglie, le inflorescenze e la resina.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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A dirlo con chiarezza sono state le Sezioni Unite penali della Suprema Corte che hanno affrontato il nodo della ‘cannabis light’ e quindi di riflesso quello dei negozi che vendono questo tipo di prodotti, arrivando alla conclusione che l’unica coltivazione consentita di ‘canapa sativa’ è quella destinata a fini medici.
Tuttavia, vendere questi ‘derivati’ – sui quali è nato un fiorente business – è reato “salvo che tali prodotti siano privi di efficacia drogante”. Una valutazione che dovrà essere fatta caso per caso dai giudici di merito che devono stabilire se sequestrare o meno questa merce, dal momento che i giudici – almeno in base a quanto emerge dalla massima di diritto che hanno redatto – non sembrano aver affrontato il tema della soglia del principio ‘drogante’ consentito.
Qualcosa di più emergerà quando verranno depositate le motivazioni del verdetto. “Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano”, ha commentato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Soddisfazione” anche dal Ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana che nel verdetto vede una”conferma delle preoccupazioni che abbiamo sempre manifestato in relazione alla vendita di questo tipo di prodotti e la bontà delle posizioni espresse e delle scelte da noi adottate fino ad oggi”.
I radicali invece sperano che non sia “una sentenza’politica’, in linea con il volere di un ministro che ha annunciato un’offensiva contro la cannabis light” e rilevano che si colpisce “uno dei più promettenti settori dell’agricoltura”.
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