Silvio Berlusconi è morto
L'ex presidente del consiglio italiano è morto lunedì mattina all'età di 86 anni all'ospedale San Raffaele di Milano.
Silvio Berlusconi era stato di nuovo ricoverato nel nosocomio milanese venerdì, per essere sottoposto a una serie di accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. Le sue condizioni di salute si sono aggravate nelle ultime ore e il leader di Forza Italia si è spento lunedì mattina.
L’edizione speciale del TG della RSI dedicata alla morte di Silvio Berlusconi:
Prima l’edilizia
La storia pubblica di Silvio Berlusconi inizia 60 anni fa quando, all’età di 27 anni, fonda la società Edilnord ed apre un cantiere a Brugherio, per costruire una piccola città da 4’000 abitanti. È il primo mattone sul quale Berlusconi costruirà il suo successo. Nel 1968 nasce la Edilnord 2, che acquista numerosi terreni a Segrate, dove sorgerà Milano 2 e dove, nel 1975, vedrà la luce la sede della Mondadori.
Il 2 giugno del 1977 Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro e l’anno successivo fonda quella sarà la sua creatura per tutta la vita: Fininvest, la holding che coordina tutte le sue attività.
…poi la TV
Nel 1976 rileva Telemilano, che diventerà due anni dopo Canale 5, assumendo la struttura di rete televisiva nazionale. Nel 1982 il gruppo si allarga acquisendo Italia 1 e due anni più tardi Rete 4. È la nascita del duopolio televisivo con la RAI e del mercato delle star tv contese a suon di milioni.
Nel 1986 un’altra svolta, questa volta in campo sportivo: l’acquisto del Milan di cui sarà presidente fino al 2004, gli anni d’oro di scudetti e trionfi europei in serie.
E infine la politica
Quindi la folgorazione politica: Berlusconi lascia tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest e il 26 gennaio del 1994 con un videomessaggio di nove minuti trasmesso dalle sue reti tv annuncia che si candiderà alla guida del nuovo partito, Forza Italia. In marzo vince le elezioni con due alleanze distinte: al nord il popolo delle libertà, con la Lega, al Sud il polo del buon governo, con il Msi di Gianfranco Fini.
Nel 2000 mette insieme Bossi, Fini e Casini e dà vita alla coalizione della Casa delle libertà, che vince le elezioni del 2001, mentre nel 2006, partito in svantaggio nei sondaggi, sfiora il pareggio con Prodi. L’Ulivo ha una maggioranza risicata al Senato e Berlusconi propone un governo di “grande coalizione”, ma Prodi (e la Lega) gli dicono no.
Il percorso politico, in verità mai liscio, comincia a diventare accidentato dal 2010 in poi. Nel giugno 2011, dopo la pesante sconfitta alle amministrative, Berlusconi, all’epoca ancora presidente del consiglio, affida il partito ad Angelino Alfano, che viene nominato segretario. Ma a fine 2011, Berlusconi – pressato dall’Unione Europea anche per i conti pubblici fuori controllo – sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni.
Il seggio al Senato
Passa un solo anno e ritorna in pista. Pur perdendo le elezioni diventa senatore. Poi la bufera: nell’agosto 2013 la Corte di Cassazione conferma la condanna impartita dalla Corte di appello nel processo Mediaset a quattro anni di reclusione. Viene però disposta una misura alternativa: l’affidamento in prova al servizio sociale. La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato vota a favore della sua decadenza da senatore.
È la fine del cavaliere condottiero di Governo. L’ex premier continua comunque a guidare, anche se sempre più a distanza, il suo partito e a presentarsi alle consultazioni per i nuovi esecutivi. Nel 2019 viene eletto al parlamento europeo. Alle elezioni dello scorso anno è stato eletto al Senato da dove era assente da dove 9 anni, leader di una Forza Italia ridotta ai minimi termini ma pur sempre componente indispensabile per consentire a Giorgia Meloni di vincere le elezioni e di formare il nuovo Governo di centrodestra.
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