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Salvini respinge altri migranti: “atto di giustizia”

Vista laterale di uno scafo, con la scritta MONTE SPERONE; sul ponte della nave, decine di persone stipate
Il pattugliatore della Guardia di finanza in un'immagine d'archivio. Keystone

Sono stati trasbordati su due navi italiane, i 450 migranti entrati sabato mattina nelle acque territoriali della Penisola a bordo di un barcone, nella zona di Lampedusa. Il ministro dell'Interno Salvini ribadisce però la sua linea: porti chiusi.

Il pattugliatore ‘Protector’, del dispositivo europeo FrontexCollegamento esterno, ne ha accolti 176; il ‘Monte Sperone’ della Guardia di finanza altri 266. Otto tra donne e bambini sono già state trasportate per motivi sanitari a Lampedusa, a bordo di motovedette della Guardia costiera.

Protector e Monte Sperone stanno navigando verso nord da prima delle 10 di sabato mattina, ma non c’è certezza sulla loro destinazione: forse un porto nei pressi di Agrigento, forse Pozzallo, nel Ragusano.

Il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, nell’informare della situazione il premier Giuseppe Conte, avrebbe però ribadito la sua linea dei porti chiusi ai migranti ed espresso la volontà di non cedere.

Soccorrere, ma non accogliere

“Occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti e stimolare un intervento europeo”, avrebbe detto, insistendo sull’opportunità che alle due navi sia data istruzione di fare rotta verso Malta o la Libia.

“In Italia”, ha aggiunto secondo quanto si apprende, “si arriva solo con mezzi legali”. I migranti a bordo delle imbarcazioni della Gdf e di Frontex “si nutrono e si curano, mettendo in salvo donne e bambini” ma non si darà loro “alcun porto” in Italia.

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Venerdì, Roma aveva intimato alle autorità di Malta di intervenire quando l’imbarcazione era ancora nelle sue acque, ma La Valletta ha glissato. Riportare i 450 migranti in Libia costituirebbe invece un’infrazione di trattati e convenzioni internazionali cui l’Italia aderisce.

A meno che l’Ue…

Il presidente del Consiglio Conte ha deciso di inviare sabato stesso ai presidenti Juncker e Tusk e agli altri leader europei una lettera, volta a sollecitare l’applicazione immediata “dei principi europei affermati nel corso dell’ultimo Consiglio europeo di fine giugno”.

“L’Italia non è più disposta a farsi carico in modo isolato di un problema che riguarda tutti i Paesi europei”, ha scritto, secondo quanto riferito da fonti di Palazzo Chigi.

In altre parole, i porti italiani si aprirebbero ai 450 migranti se l’Ue ne accettasse una redistribuzione istantanea.

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