La moderna odissea da Teheran a Venezia
Mohammad Hossaini, afghano di origine ma nato in Iran, ha deciso di partire per l'Inghilterra a 16 anni. Il suo viaggio lo ha portato però a Venezia dove oggi gestisce un ristorante ed è un uomo felice. Storia di un'integrazione riuscita.
Mohammad ha trentadue anni e gestisce un ristorante a Venezia. È partito da Teheran quando ne aveva solo sedici. Le discriminazioni subite in Iran, suo paese di nascita, dove i rifugiati afghani non godono dei diritti di cittadinanza, e un impulso, coltivato sin da piccolo, a conoscere il mondo gli hanno dato il coraggio di affrontare un percorso, pieno di insidie e pericoli.
Pagò, con l’aiuto di un fratello maggiore, dei trafficanti di uomini che lo scortarono lungo la via del contrabbando che attraversa le montagne del Kurdistan iraniano, fino a Van in Turchia. Quarantacinque giorni, tutti a piedi e di notte per non farsi scoprire dalla gendarmeria di frontiera. Da Van arrivò ad Istanbul, da dove fuggì dal giogo dei trafficanti che, una volta giunti a destinazione, trasformano i fuggiaschi in giovani schiavi. Dopo Istanbul ecco dunque il mare. L’Egeo, che tante donne e uomini ha inghiottito in questi anni. Dalla costa turca alle isole greche, a bordo di un gommone mezzo rotto insieme ad altri 4 compagni. Da Lesbo ad Atene e da Atene a Patrasso dove, nascosto sotto il semiasse di un TIR, ha raggiunto la Puglia.
Venezia è arrivata per caso, come alternativa all’idea originaria di approdare in Inghilterra. Mohammad dice di sentirsi veneziano e, in effetti, tra Santa Margherita, dove lavora, e San Giacomo dell’Orio, dove vive, lo conoscono tutti. Lui e i suoi soci, Ali Rezai e Yousef Maroukhel, gestiscono oggi il miglior ristorante “etnico” della città. Il loro menù racconta la storia di quel viaggio e la loro allegria è testimonianza di tutto ciò che da quel viaggio hanno imparato. Sono uomini felici.
Ecco la sua storia:
tvsvizzera.it/fra con RSI
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