Il giorno dopo la devastante scossa, il numero di chi ha lasciato casa appare in tutta la sua drammaticità. Una migrazione epocale e la Protezione civile lavora senza sosta
Nella notte, nel Centro Italia, ci sono state nuove scosse. La più forte di tutte, attorno alle 2 e mezza, è stata di magnitudo 4.2. Non si sono registrate vittime, ma crolli e danni ingenti in oltre 100 comuni. La priorità, ora, ha detto poco fa il premier Matteo Renzi, è di restituire un po’ di tranquillità alle popolazioni colpite e alle decine di migliaia di sfollati.
E gli sfollati sono moltissimi, almeno 40mila, 25mila nelle Marche, 15mila in Umbria, 2mila nel Lazio, mille in Abruzzo. Chi negli alberghi della costa, chi assistito nei propri comuni, chi dorme in automobile per paura di restare sotto un tetto. E quelli già sfollati dopo i terremoti precedenti.
Il giorno dopo la devastante scossa, il numero di chi ha lasciato casa appare in tutta la sua drammaticità. Una migrazione epocale, qualcuno la definisce. E la Protezione civile lavora senza sosta.
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