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È l’abusivismo il colpevole di tutto?

Una scossa di una così lieve entità – 3,6 gradi sulla scala Richter – non avrebbe dovuto provocare due vittime e circa trenta feriti. Responsabile di quanto avvenuto, secondo alcuni, è l’abusivismo edilizio. Ma il problema è un po’ più complesso.

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Ischia è stanca di “giudizi affrettati e strumentali; l’abusivismo edilizio è presente sulla nostra isola e va combattuto con determinazione […] ma non può essere ritenuto la vera causa dei crolli”, ha sottolineato venerdì il vescovo di Ischia Pietro Lagnese, durante i funerali delle due vittime.

Diverse case costruite in tufo ischitano sono crollate, ma spesso erano case costruite prima del 1967, quando non era ancora obbligatoria la concessione edilizia, fa notare un abitante alle telecamere della Radiotelevisione svizzera.

Inoltre, le più vecchie erano protette per vincolo paesaggistico e non si poteva quindi demolirle.

Complessivamente, i cittadini dell’isola hanno presentato 28’000 richieste di condono edilizio, una ogni due abitanti. Una modalità di sviluppo del territorio che è stata tollerata dalle successive amministrazioni, secondo Legambiente.

Il problema – rileva Peppe Mazzara, di Legambiente – è che “a monte non ci sono dei piani regolatori approvati, efficienti”. E soprattutto “a valle non c’è un controllo di quello che viene fatto sul territorio. Capiamo anche l’esigenza dei cittadini di non essere etichettati come ‘abusivisti’, perché in realtà molti sono più che altro vittime di un sistema perverso”.



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